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Fenomeno complesso

Baby Gang. Il Questore Lavezzaro: evitiamo ai giovani strade senza ritorno

In foto: Rosanna Lavezzaro, Questore di Rimini
Rosanna Lavezzaro, Questore di Rimini
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 9 mar 2023 14:51 ~ ultimo agg. 10 mar 15:17
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La baby gang sono un fenomeno ben noto in Riviera dove la scorsa estate le forze dell’ordine hanno messo in campo un’intensa attività che ha permesso di identificare la maggior parte dei giovani coinvolti. Serve però uno sforzo in più anche nella prevenzione, ha spiegato il Questore Rosanna Lavezzaro a margine della presentazione del convegno sul disagio giovanile organizzato dall’associazione Giovani Musulmani e dall’assessorato alle politiche giovanili di Rimini (vedi notizia).

Baby gang o gang giovanili, un fenomeno che travalica i confini dell’Italia ma che la Riviera conosce fin troppo bene. Un’analisi realizzata dalle Università di Bologna, Perugia e del Sacro Cuore ha evidenziato evidenzia come siano diffuse in tutto il Paese con un incremento nell’ultimo triennio. Sono composte prevalentemente da ragazzi tra i 15 e i 17 anni e, a differenza di quanto si pensa, di nazionalità italiana. Gruppi a maggioranza straniera sono infatti meno frequenti. I crimini di cui spesso si macchiano sono risse, percosse e lesioni, atti di bullismo e vandalici. L’analisi mette in luce anche cosa spinge un giovane ad avvicinarsi alle gang: rapporti difficili in famiglia, con i coetanei o a scuola, difficoltà relazionali o di inclusione sociale, situazioni di disagio economico. A giocare un ruolo determinante anche i social network per rafforzare l’identità di gruppo e generare processi di emulazione o autoassolvimento. Quello delle baby gang è sicuramente un fenomeno complesso che non può esaurirsi nella repressione ma per essere vinto necessita di essere compreso. Lo ha spiegato Rosanna Lavezzaro, Questore di Rimini. “Noi in quanto forze dell’ordine – ha detto – siamo chiamati a dare risposte nell’immediatezza ma non è sufficiente. E’ necessario capire il fenomeno perché altrimenti saremo sempre in ritardo e perdenti“. “Questa estate – ha proseguito – abbiamo fatto un grosso sforzo proprio sulle delle baby gang e mi sembra che la risposta sia stata soddisfacente. Abbiamo identificato praticamente tutti i ragazzini autori delle risse avvenute in centro negli ultimi sei mesi ma è impressionante come i giovani che vediamo nei video sui social o recuperati dalle telecamere non abbiano niente a che vedere con quelli che vediamo poi arrivare da noi, magari insieme a papà e mamma. E’ disarmante. Ecco perché vorrei che la prevenzione funzionasse: per evitare che ragazzini di 14 anni, poco più che bambini, imbocchino strade che potrebbero essere senza ritorno.