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le iniziative di sabato

'La morte non è mai una soluzione'. Le celebrazioni della 45° Giornata per la Vita

In foto: dal manifesto
dal manifesto
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 2 feb 2023 16:14 ~ ultimo agg. 16:52
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Domenica 5 febbraio la Chiesa Italiana celebra la 45ª Giornata Per la Vita, dal titolo “La morte non è mai una soluzione”.
Accanto al titolo, il Messaggio della Conferenza Episcopale Italiana riporta una citazione del libro della Sapienza, “Dio ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte” (Sap 1,15).

L’auspicio dei Vescovi è che questo appuntamento: “Rinnovi l’adesione dei cattolici al ‘Vangelo della vita’, l’impegno a smascherare la ‘cultura di morte’, la capacità di promuovere e sostenere azioni concrete a difesa della vita, mobilitando sempre maggiori energie e risorse”.

Anche la Diocesi di Rimini celebra questa ricorrenza, e lo farà sabato 4 febbraio con due momenti in Basilica Cattedrale, a Rimini, organizzati Ufficio Diocesano per la Pastorale della famiglia.
Alle ore 16.30 adorazione eucaristica
Alle ore 17.30 Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi.
Durante l’Adorazione Eucaristica saranno ascoltate le testimonianze di un padre e una madre.

È prevista la partecipazione di: Movimento per la Vita; associazione comunità Papa Giovanni XXIII; Associazione Difendere la vita con Maria; Forum delle Associazioni Familiari; Famiglie per l’Accoglienza; Centro Aiuto alla Vita; Rinnovamento nello Spirito Santo; Centro Internazionale Giovanni Paolo II.

“Il Signore crocifisso e risorto – ma anche la retta ragione – ci indica una strada diversa (dal diffondersi di una “cultura di morte”, ndr): dare non la morte ma la vita, generare e servire sempre la vita. Ci mostra come sia possibile coglierne il senso e il valore anche quando la sperimentiamo fragile, minacciata e faticosa. Ci aiuta ad accogliere la drammatica prepotenza della malattia e il lento venire della morte, schiudendo il mistero dell’origine e della fine. Ci insegna a condividere le stagioni difficili della sofferenza, della malattia devastante, delle gravidanze che mettono a soqquadro progetti ed equilibri… offrendo relazioni intrise di amore, rispetto, vicinanza, dialogo e servizio. Ci guida a lasciarsi sfidare dalla voglia di vivere dei bambini, dei disabili, degli anziani, dei malati, dei migranti e di tanti uomini e donne che chiedono soprattutto rispetto, dignità e accoglienza. Ci esorta a educare le nuove generazioni alla gratitudine per la vita ricevuta e all’impegno di custodirla con cura, in sé e negli altri”.