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"Critiche strumentali"

Rossi (Pd) a Morrone (Lega): che sanità vuole il centrodestra?

In foto: Nadia Rossi
Nadia Rossi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 4 gen 2023 14:31 ~ ultimo agg. 14:33
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Quale modello di sanità vogliono la Lega e i partiti di centrodestra che governano il Paese?“. A chiederlo è la consigliera regionale del Pd, Nadia Rossi, dopo le dichiarazioni dell’onorevole della Lega Morrone che aveva criticato la decisione di tagliare le automediche in Romagna e chiesto risposte chiare e efficaci per salvare il sistema sanitario regionale (vedi notizia). Secondo la Rossi molti esponenti di centrodestra gettano fumo negli occhi dei cittadini: “La sanità – dice la consigliera Pd –, a ormai tre anni dall’inizio della pandemia, è messa sotto forte stress. Mancano le risorse economiche e quelle professionali per garantire il sistema sanitario pubblico e universalistico che il Partito Democratico considera una priorità. Le spese sostenute per fronteggiare l’emergenza sanitaria e la campagna vaccinale sono ricadute completamente sulle spalle e sui conti delle Regioni. La nostra ha investito oltre un miliardo di risorse proprie nell’attesa che i Governi che si sono succeduti dal 2020 mantenessero le promesse fatte, ovvero di rimborsarle. Sul piano delle professionalità, da tempo aspettiamo una riforma degli accessi alle facoltà universitarie e di reclutamento e inquadramento contrattuale del personale medico e sanitario. Nessuna Regione in Italia può da sola far fronte a tutto questo, e lo dimostrano le prese di posizione della Conferenza delle Regioni (guidata dal governatore leghista del Friuli Venezia-Giulia, Massimiliano Fedriga) e della Commissione Sanità che riunisce tutti gli assessori regionali alla sanità d’Italia. Sedi di confronto plurale e che rappresentano tutte le forze politiche impegnate sui territori per garantire servizi ai cittadini. La Rossi invita i parlamentari e gli esponenti della maggioranza guidati da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia a sciogliere i nodi della sanità a livello nazionale, altrimenti “il servizio sanitario pubblico non può avere la forza che serve a garantire risposte adeguate e universalistiche“.

Non posso tacere – conclude – l’ipocrisia di chi punta a guardare al dito invece che alla luna, solo per scopi strumentali e di posizionamento politico: bisogna intervenire su quello che sta mettendo a dura prova un sistema globale che si occupa di un bene primario e di tutti, ovvero la salute delle persone. Il resto viene di conseguenza“.