Querelle con l’Aero Club, l’ad di AIRiminum a processo per violenza privata


Leonardo Corbucci, ad di AIRiminum (società che gestisce l’aeroporto di Rimini), si trova a processo davanti al tribunale Collegiale di Rimini per violenza privata e rifiuto di atti d’ufficio aggravati. Un procedimento penale che trae origine dalla querelle con l’Aero Club di Rimini in merito al dibattuto accesso alla sede dell’associazione da parte dei suoi iscritti.
Dopo aver ordinato di installare una sbarra di accesso all’ingresso dell’unica via che all’interno della zona aeroportuale di Rimini conduce all’area di pertinenza dell’Aero Club, Corbucci, stando all’accusa, si sarebbe rifiutato di rilasciare ai soci dell’associazione i badge necessari per l’apertura della sbarra e i cosiddetti TIA (i tesserini di ingresso aeroportuali) di fatto paralizzando l’accesso a quell’area e causando la sospensione delle attività dell’Aero Club (costituitosi parte civile così come il suo presidente dell’epoca, Fabio Falsetti, rappresentato dall’avvocatessa Marianna Mordini).
A sostegno della tesi accusatoria, una sentenza del Consiglio di Stato, datata 23 novembre 2018 e divenuta definitiva, che, dopo aver ribaltato una precedente sentenza del Tar a favore di AIRiminum, riconobbe all’Aero Club il diritto a occupare i beni e le aree concessi a suo favore nel sedime aeroportuale di Rimini, escludendo al contempo la competenza di AIRiminum nella gestione di quelle aree. All’amministratore delegato viene contestato anche di aver impedito ai soci dell’associazione di usufruire del parcheggio gratuito a loro riservato, situato al di là della della sbarra, costringendoli così ad utilizzare il parcheggio dell’aeroporto, aperto al pubblico e a pagamento, oppure a parcheggiare fuori dall’area dello scalo, raggiungibile in questo modo solo a piedi. Il tutto con l’aggravante di aver commesso i fatti con abuso dei poteri e in violazione dei doveri inerenti il pubblico servizio.
Corbucci ha da sempre respinto ogni addebito e tramite il suo legale, Roberta Guaineri del Foro di Milano, continua a ritenere le accuse infondate: “Trattasi, a nostro avviso, di una querelle che ha dei contorni più di natura civilistica che penale – precisa l’avvocatessa Guaineri -. Ad ogni modo riteniamo di poter dimostrare che nessun reato è stato commesso. Anzitutto, rispetto agli inadempimenti che vengono contestati, manca il presupposto del carattere di urgenza. Inoltre non è stato in alcun modo impedito l’accesso alla zona di pertinenza dell’Aero Club, che era comunque raggiungibile. L’ingresso all’area è stato infatti permesso con un numero limitato di badge in linea con quanto indicato espressamente da Enac”.
La prossima udienza davanti al Collegio, presieduto dal giudice Fiorella Casadei, è stata fissata il 16 maggio, quando verranno esaminati dal pubblico ministero Giulia Bradinini e dai rispettivi legali, i testimoni chiamati a deporre.