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Cestista offeso per la sua fisicità. La sindaca di Riccione: lo sport è inclusivo

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 12 gen 2023 17:03
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Insultato dai tifosi della squadra avversaria a causa della sua fisicità. Il cestista Thomas Calegari ha raccontato il brutto episodio, che lo ha visto bersaglio di frasi pesanti ed epiteti offensivi durante una recente partita a Cesena, sulle pagine del Resto del Carlino. Thomas, 31 anni, gioca nella squadra dei Dolphins Riccione e dopo quanto avvenuto aveva scritto un post in cui esprimeva tutta la sua amarezza. “Faccio ancora fatica a crederci, è successo davvero, dopo anni e anni di partite, campionati e tornei ho incontrato ancora il razzismo. Il tifo contro è bello, fa colore, rende l’atmosfera ancora più bella. Eppure sentire molteplici, forse infinite, offese sull’aspetto fisico, becere e di cattivo gusto non capitava da un po’. Ma le offese le accetto anche, le ho sempre accettate e le accetterò sempre. Ma vedere ragazzini che praticano sport, fomentati dai genitori, inveire e insultare per 40 minuti un singolo individuo è davvero squallido: una delusione e una sconfitta per lo sport e per le loro famiglie. E’ veramente una sconfitta umana. Rimango col sorriso perchè anche stasera ho vinto io, non scendo ai vostri livelli ma la fiducia nella razza umana è sempre più bassa“.

In genere ha raccontato al Carlino “sono io il primo a fare dell’autoironia sul mio aspetto fisico. Anche se non dovrebbe essere così, gli insulti e le prese in giro fanno da sempre parte del gioco”, spiega. Questa volta però, “le offese sono andate avanti per oltre quaranta minuti… Un comportamento squallido, che non fa onore ad uno sport nobile come il basket e alle tante persone che lo praticano”.

Appresa la notizia dalla stampa la sindaca di Riccione Daniela Angelini e l’assessore allo sport Simone Imola hanno voluto incontrare Thomas. “Ritengo l’episodio vergognoso – ha detto la sindaca -. Fa piacere leggere oggi le scuse da parte del Cesena Basket che si dissocia da quello che è accaduto e voglio sottolineare che, come adulti, abbiamo una grande responsabilità educativa nei confronti dei giovani.  Come genitori, allenatori e adulti abbiamo quindi, se assistiamo a fatti di questo tipo, il dovere di riprendere i ragazzi, soprattutto giovanissimi, addirittura minorenni come in questo caso, perché lo sport è prima di tutto divertimento e socialità.

Ci tengo a esprimere la mia solidarietà a Thomas e a rimarcare che lo sport ha davvero un compito anche educativo verso i giovani. Ritengo fondamentale, come ha fatto Thomas, denunciare pubblicamente questi fatti perché è importante combattere sempre e fin da subito il body shaming nello sport e in ogni aspetto della vita.  La discriminazione dell’aspetto fisico va sempre contrastata: l’obiettivo principale dello sport deve essere quello dell’inclusione di persone senza differenze”.

Ringrazio Thomas per il grande esempio dato e per aver reagito con grande dignità. Il suo messaggio di amore per lo sport e la difesa del rispetto verso gli avversari sono lì a ricordarci che è solo così che si vince veramente. Ha ragione Thomas: ha vinto lui, non essendo sceso al livello di chi lo stava offendendo. Spezza il cuore leggere il suo post in cui denuncia il crollo della sua fiducia nella razza umana: soltanto contrastando insieme questi episodi possiamo farla risalire. Glielo dobbiamo.

 

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