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Procedura di VIA

Impianto eolico, prosegue l'iter. Si apre la fase delle osservazioni

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
lun 10 ott 2022 12:30 ~ ultimo agg. 11 ott 11:34
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Avanza l’iter del progetto per l’impianto eolico al largo delle coste riminesi presentato da Energia Wind 2020. L’istanza di Valutazione d’Impatto Ambientale protocollata lo scorso 31 maggio è stata giudicata procedibile dal Ministero per la Transizione Economica e scatta ora la fase delle eventuali osservazioni che proseguirà per 30 giorni. Nel frattempo un’apposita commissione inizierà a prendere visione del progetto. Tutta la documentazione è visionabile nella sezione dedicata alle procedure di VIA sul sito del Mite (https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/8838/12992). Terminata la fase delle osservazioni, se non ci saranno ulteriori richieste di integrazione, nell’arco di sei mesi potrebbe arrivare la definitiva approvazione ambientale. Negli elaborati sono previste, come noto, due alternative comparabili: il progetto originario (ritenuto ammissibile dal ministero ma che tanto fece discutere in provincia nell’estate 2020), con le pale eoliche a partire da circa 6 miglia dalla costa, e quello che invece ne prevede il posizionamento tra le 9,5 e le 18 miglia. L’impianto sarà costituito da 51 pale (alte circa 210 metri) disposte su una superficie di 71,5 km/q. Dovrebbe essere la commissione a definire su quale delle due alternative procedere.

L’impianto dovrebbe produrre annualmente 710 GWh coprendo il 43/47% del fabbisogno di energia elettrica della provincia di Rimini.

La società, da noi contatta, precisa a beneficio degli interessati a prendere visione dei documenti che la prima parte dello studio di impatto ambientale, per errore, è stata inserita al momento negli “elaborati di progetto”.

Il progetto (come risulta dall’Avviso al Pubblico VIA)

Il progetto si riferisce alla nuova realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte eolica in ambiente marino (off-shore), della potenza complessiva di 330 MW. L’energia elettrica è prodotta da 51 aerogeneratori di 6,45 MW di potenza ciascuno (complessivi 330 MW), di altezza massima dal medio mare compresa in un range di 210/220 m, con diametro del rotore di 180 m. La distanza minima degli aerogeneratori dalla costa varia da 6 Mn (11,2 km) a 9,5 Mn (17,6 km) a seconda delle alternative proposte e l’impianto si estende verso il largo sino a 18 Mn (33,3 Km); il limite verso il largo è definito dai giacimenti di sabbie relitte, ambiti ambientalmente sensibili; lo specchio d’acqua in cui ricadono gli aerogeneratori nelle diverse configurazioni proposte, ha una profondità compresa tra -15 e -43 m. Gli aerogeneratori si dispongono lungo 3 archi che si protendono verso il largo; in tutte le configurazioni proposte l’area di impianto è transitabile e aperta ad altri usi del mare; le aree di sicurezza proposte in corrispondenza di aerogeneratori, stazione elettrica marina e lungo i cavi, occupano una superficie complessiva di 13 kmq e in tali ambiti vi sono limitazioni operative esclusivamente per la pesca a strascico.
L’energia prodotta viene trasferita dagli aerogeneratori con cavi sottomarini interrati sino a una stazione elettrica su piattaforma marina (distante dalla costa 9,5 Mn _ 17,6 km) in cui la tensione viene elevata da 66 kV a 380 kV. La stazione assolve sia funzioni tecniche sia di presidio in mare delle attività di monitoraggio,
didattiche e turistiche associate al progetto. Dalla stazione parte un cavo sottomarino che raggiunge terra. La transizione mare-terra del cavo avviene con la tecnica della perforazione teleguidata; il bypass parte in mare a 930 m dalla battigia e dopo un tracciato di 1,45 km il cavo riemerge su terra ferma a monte della ferrovia e della linea Metromare, nello slargo compreso tra Viale Siracusa e il sottopasso di Via Portofino. Il cavo arriva in una buca giunti interrata dove avviene la congiunzione tra il cavo marino e quello terrestre. Il cavo 380 kV terrestre è interrato prevalentemente lungo viabilità esistente, e dopo un percorso di circa 11,6 km raggiunge la Stazione Utente prevista in progetto, prossima alla Stazione TERNA San Martino in Venti, esistente, ove è prevista la connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale. Dalla Stazione Utente, di dimensioni pari a 5600 mq, parte un breve tratto di linea aerea (circa 350 m), sorretta da due tralicci, di collegamento con lo Stallo 380 kV, così come previsto dalla soluzione di Connessione e dal Parere di Rispondenza (benestare) delle opere al Codice di Rete rilasciati da TERNA. Per realizzare lo Stallo 380 kV ,TERNA ha prescritto un ampliamento della parte Nord-ovest della stazione 150/380 kV esistente e l’interramento dell’ultima campata di una linea aerea in entrata (Rimini_Gambettola 132 kV). Completano le opere i ripristini e le sistemazioni a verde delle aree limitrofe alla Stazione Utente e allo Stallo 380 kV di nuova realizzazione.
L’impianto interessa fondali di morfologia regolare e fango-sabbiosi, impoveriti e denudati di vegetazione dalle massive attività di pesca a strascico, nonché privi di coralligeno, poseidonieti e habitat protetti.

Le opere marine e terrestri non interessano Parchi, Aree naturali Protette, altre Aree di rilevanza naturalistica; l’impianto ha una ragguardevole distanza minima (oltre 11 km) dai siti della Rete Natura 2000, e non sono prevedibili incidenze negative sugli habitat e specie per i quali sono state istituite; applicando il principio di precauzione, lo Studio di Impatto Ambientale è corredato da uno studio naturalistico che inquadra i siti rilevanti presenti in area vasta e, in merito alla Direttiva Uccelli, considera le implicazioni del
progetto in particolare con le specie avifaunistiche (svernanti, grandi veleggiatori e migratori) e chirotteri, che con il loro spostamenti di largo raggio potrebbero subire rischi di collisione con gli aerogeneratori. Componenti analizzate e potenziali impatti ambientali attesi.

In relazione alla tipologia di opere e alle caratteristiche del contesto marino e terrestre in cui si inseriscono, sono state analizzate le seguenti componenti e stimati i potenziali impatti ambientali attesi:
. clima e atmosfera; si stimano importanti effetti positivi indiretti relativi alle emissioni evitate;
. suolo, sottosuolo, acqua, sedimenti e idrodinamica costiera; su tali componenti gli effetti stimati delle opere sono trascurabili o nulli in tutte le fasi di vita dell’impianto;
. biodiversità, con particolare riguardo alla fauna marina (tartarughe, cetacei, specie ittiche), avifauna e chirotteri; gli impatti stimati sono di entità medio bassa o incerti e saranno oggetto di accurati monitoraggi;
. agenti fisici (rumore, campi elettromagnetici, radiazioni ottiche); in fase di cantiere il rumore subacqueo dovuto alla battitura dei pali di fondazione può causare impatti di media entità, temporanei e reversibili sulla fauna marina; in fase di esercizio gli impatti attesi degli agenti fisici considerati sono bassi o trascurabili;
. usi del mare (navigazione, estrazione mineraria, escavo di sabbie relitte, pesca, diportismo); l’impianto è organizzato con la logica di favorire la coesistenza tra gli usi e la multi funzionalità del mare;
. turismo; l’analisi si è svolta con l’ausilio di un’indagine su un campione di oltre 1000 turisti; non si prevedono impatti negativi e si ipotizzano riflessi positivi con l’attuazione delle attività sinergiche proposte in progetto;
. paesaggio e beni culturali; le opere marine non interessano aree vincolate; a terra, l’elettrodotto interrato attraversa aree e beni oggetto di tutela, ma le modalità di realizzazione escludono impatti negativi; l’impatto visivo degli aerogeneratori stimato è medio; il rischio archeologico in mare è nullo e a terra medio-basso.
. Popolazione e salute umana; si conferma un’incidenza marginale e poco significativa del progetto sui determinanti di salute; in tutte le fasi si ipotizzano impatti positivi in termini occupazionali diretti e indiretti.

In base agli studi effettuati il progetto non sembra arrecare impatti ambientali significativi di segno negativo né di lunga durata che possano comportare perturbazioni permanenti o effetti residui sul sistema ambientale di riferimento, che necessitano di essere riequilibrati da misure compensative; tuttavia il progetto prevede
una serie di azioni di valorizzazione tese a rigenerare l’habitat marino, a favorire la ricerca scientifica, le attività didattiche, il turismo, la pesca artigianale e sportiva, l’acquacoltura, le tecnologie innovative (fotovoltaico galleggiante, idrogeno etc) e a implementare l’efficienza energetica di edifici e spazi pubblici.