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festa a villa lodi fè

Centenario. Gli auguri della sindaca: comunità fondata sull'accoglienza

In foto: @daniele casalboni
@daniele casalboni
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 20 ott 2022 11:31
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Diverse centinaia di persone dal calar della luce a sera inoltrata hanno partecipato, nel giardino di Villa Lodi Fè, alla festa per il compleanno di Riccione. Musica, punti ristoro, artisti, giochi di una volta e la voglia di stare insieme, pur nella sobrietà dopo la tragedia che ha ferito la città, sono stati gli elementi dell’evento. Momento centrale il taglio della torta, che è spettato alla sindaca Daniela Angelini, insieme ai sindaci che l’hanno preceduta: Renata Tosi, Massimo Masini, Daniele Imola, Terzo Pierani. Da parte di tutti un commosso ricordo di Massimo Pironi che avrebbe condiviso insieme a loro questo momento di festa.

 

Poco prima della torta e del brindisi la sindaca Angelini ha rivolto un saluto ai riccionesi, augurando alla città di crescere nel segno della condivisione e del fare insieme

Il destino ha voluto che Riccione diventasse Comune autonomo il 19 ottobre, tra la stagione estiva e le festività di Natale: abbiamo sempre festeggiato i compleanni in una dimensione intima, cittadina, senza i nostri ospiti. Tra di noi, come una famiglia. Come una famiglia ci ritroviamo oggi per celebrare il primo secolo di vita della nostra città, diventata autonoma per Decreto regio il 19 ottobre del 1922. Vi dico la verità: mentre ci arrivano gli auguri da tutte le parti del mondo, graditissimi, non mi dispiace che questo momento, il Compleanno del cuore, sia tutto per noi, per la nostra comunità.

Per l’Italia, per l’Europa, esiste una Riccione che è il simbolo permanente della festa, l’identificazione della spensieratezza, della leggerezza come stile di vita. E’ una Riccione che per sua natura non può mai fermarsi, non può concedersi ripensamenti. Soprattutto, non può invecchiare.

Ma questa Riccione esiste perché a crearla, ogni giorno, da cento anni, ma anche da alcuni decenni prima della proclamazione del Comune autonomo, sono i riccionesi. Mi capita di tanto in tanto di ripensare alla nascita del turismo, all’origine della vocazione all’ospitalità della nostra città: ben prima del ritorno economico dell’industria delle vacanze, è nato il senso dell’accoglienza, esercitata a titolo gratuito, dei bambini affetti da scrofolosi. E’ la condivisione che ha fatto la fortuna di questa città, di ognuno di noi. Siamo diventati migliori, anche più ricchi, aprendo le porte di casa nostra a chi aveva bisogno.

Un secolo dopo ci ritroviamo insieme, noi riccionesi, e siamo ancora e sempre di più una comunità fondata sull’accoglienza. Riccione per l’Italia ma anche per un pezzo d’Europa non è solo il luogo delle vacanze ma una seconda casa, una famiglia allargata. Una seconda identità. Non è un caso. In questi cento anni – e purtroppo anche molto di recente – abbiamo attraversato momenti di dolore lacerante ma abbiamo sempre saputo risollevarci perché lo abbiamo fatto insieme. Col cuore.

Tutto quello che abbiamo fatto di grande, nella nostra storia, lo abbiamo fatto insieme. Insieme – mi limito a citare due esempi – siamo uno dei più floridi distretti industriali turistici in Europa. E dobbiamo ricordarci sempre di andarne orgogliosi. Insieme, siamo una grande famiglia. Che non si dimentica di nessuno. E se qualcuno ha delle difficoltà sappiamo mettere in piedi un centro di eccellenza come il Centro 21. Noi siamo questi qui. Insieme, oggi, festeggiamo i cento anni di autonomia del Comune di Riccione. Comune: di tutti. Tanti auguri a noi. Viva Riccione, viva i riccionesi“.