Indagine su ex componenti di ‘Rompi il silenzio’. Le reazioni


La ex presidente dell’associazione riminese a tutela delle donne vittime di violenze Rompi il Silenzio Paola Gualano e una ex collaboratrice non socia sono state denunciate da sette ex socie dell’associazione per truffa e concorso in truffa. Il pm riminese che ha seguito l’inchiesta a marzo ha chiesto l’archiviazione; le denuncianti hanno però presentato opposizione e ora la parola passa al gip.
Già giovedì, dopo che la notizia era stata pubblicata su un quotidiano nazionale, l’associazione con un post sulla pagina Facebook ha espresso chiaramente la sua posizione: “Noi ci chiamiamo Rompi il Silenzio, e zitte non possiamo e non dobbiamo stare. In questo modo ci lasceremmo fare violenza. Con quale coraggio potremmo poi sostenere altre nell’uscirne…..e allora rompiamolo, questo silenzio. Ieri è apparso un articolo che scredita due donne, una nostra collaboratrice e la nostra ex presidente. Un articolo non condivisibile già nelle premesse, e ancor di più nel proseguo della lettura. Rompi il Silenzio non è e non si ritiene “danneggiata” da queste due donne. Queste due donne hanno lavorato per anni e anni senza risparmiarsi e senza chiedere nulla. La nostra collaboratrice trascorreva notti e giorni a correre di qua e di là dimenticandosi anche di “segnare le ore”, come diceva lei. Toccava ricordarglielo. E la nostra ex presidente per un decennio non ha avuto una vita personale, sacrificando tempo, libertà, salute per questa associazione e per le donne che seguiamo. No, noi non ci sentiamo danneggiate da donne come queste. Noi ci sentiamo lese da chi mette pubblicamente alla berlina, citandole per nome e cognome, due donne che hanno dedicato la loro esistenza alle altre e che di questo dovrebbero e potrebbero essere fiere, certo non provare imbarazzo o peggio, vergogna. Leggiamo che un pubblico ministero si è già pronunciato su questa denuncia chiedendone l’ archiviazione. Ma non è questo, il punto: queste due donne, queste due nostre compagne di lavoro hanno tutta la nostra stima e il nostro affetto e meriterebbero a nostro parere solo plauso e riconoscimento. Siamo al loro fianco”.
Oggi il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad esprime vicinanza e solidarietà alle due rappresentanti sotto indagine, scrive: “Sono sicuro che la vicenda giudiziaria che le riguarda, riportata quest’oggi dai giornali locali, troverà rapidamente una positiva conclusione per queste due straordinarie persone e volontarie che da sempre mettono enorme passione e impegno in un’attività fondamentale per i diritti delle donne e in generale per la crescita di cultura e di consapevolezza della comunità riminese”.
La vicesindaca Chiara Bellini: “Conosco Paola abbastanza bene per dire che è una donna che ha dedicato tutta la sua vita per aiutare altre donne. Non aggiungo altro. Anzi, si: ho molta fiducia nella giustizia e stima per chi la esercita e davvero poca per chi ama far del male agli altri, soprattutto quando il danno lo si vuole fare, come in questo caso, a tutte le donne e alla comunità riminese”.
La presidente dell’assemblea legislativa Emma Petitti: “Le donne hanno sempre vinto le battaglie più importanti stando unite. Questo è ancora più valido quando si opera per sostenere le donne che subiscono violenza e la ricostruzione di percorsi di vita. Conosco Yoghi Paola Gualano e Rompi il silenzio ONLUS, esprimo vicinanza e fiducia nella verità e giustizia.
Impariamo la solidarietà, impariamo a riconoscerci nelle differenze e a lavorare insieme, per il bene delle comunità, soprattutto noi donne. La rete territoriale per la prevenzione e protezione delle donne costruita negli anni con tanto lavoro e sacrificio e’ un bene che va sostenuto”.
Solidarietà anche da Nadia Rossi, consigliera regionale che abbraccia virtualmente “una realtà che conosco da oltre dieci anni e che ha sempre saputo dare risposte a chi, nel bisogno, ha bussato alla porta del centro antiviolenza. Un presidio fondamentale per Rimini e il territorio a sostegno delle donne, tutte, non solo quelle che hanno subito maltrattamenti”.
La sindaca di Santarcangelo Alice Parma: “Da anni Rompi il silenzio ONLUS, anche a Santarcangelo, è sinonimo di impegno a sostegno delle donne vittime di violenza, un impegno che ha preso la forma concreta di uno Sportello antiviolenza, poi diventato un vero e proprio Centro dotato di tutti i servizi. Per anni, Paola Gualano è stata il volto di Rompi il silenzio, il cuore e il motore dell’associazione: per questo, non posso che esprimere la mia solidarietà” alle due donne “interessate da una vicenda giudiziaria che mi auguro si concluda al più presto e positivamente per entrambe”.
Di diverso tenore il commento di Beatriz Colombo, coordinatrice Regionale del dipartimento Tutela vittime per Fratelli d’Italia. “Purtroppo l’ennesimo caso di “presunta” mala gestione di un centro Antiviolenza nella provincia di Rimini. Ovviamente in mano alla giustizia che farà i dovuti accertamenti, restano comunque accuse molto pesanti. Troppi i centri in tutta Italia che hanno goduto dei fondi stanziati dal Governo, soprattutto in periodo lock down, che sono sotto gli occhi della magistratura. Questo ci deve portare ad una riflessione più profonda, innanzitutto come dipartimento tutela vittime Fratelli d’Italia richiediamo ancora una volta, una mappatura dei suddetti centri, in modo da poterne verificare le corrette metodologie di operatività e le competenze degli addetti ai lavori”.