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880 euro al mese

I pensionati riminesi si confermano i più poveri in Regione

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 29 apr 2022 10:51
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La provincia di Rimini dopo aver confermato l’ultimo posto in Regione per redditi da lavoro, fa il bis anche sulle pensioni. Ma non è una novità. A fare il punto è la Cisl Romagna sulla base dei dati diffusi dall’Osservatorio Inps. A Rimini l’importo medio delle pensioni nel 2022 è di 880 euro, con una crescita del 3,14% rispetto al 2021. L’aumento è però generalizzato a seguito delle consuete rivalutazioni. Ravenna registra un importo medio di 1.024 euro e Forlì Cesena di 938,91 euro. La media dell’Emilia Romagna è di 1.054 euro. Un pensionato riminese intasca quindi mensilmente 174 euro in meno rispetto al pensionato medio della Regione. 

 

 

 

 

 

Le pensioni hanno registrato anche negli anni della pandemia -afferma Maria Antonietta Aloisi Segretario generale dei Pensionati CISL Romagna una tenuta maggiore rispetto ai redditi dei lavoratori, anche se l’aumento del costo della vita, specialmente del gas, hanno inciso tantissimo sui pensionati, che stando più tempo a casa hanno sempre tenuto accesi i termosifoni ricevendo delle bollette molto alte”.
“Ciò che ci preoccupa– sottolinea Aloisi- è la prospettiva di lungo periodo: bassi redditi porteranno certamente a pensioni più basse nei prossimi decenni e sappiamo bene come ad oggi siano i pensionati ad essere la struttura portante delle famiglie, soprattutto a livello economico. Sono i pensionati ogni giorno i veri ammortizzatori sociali del nostro Paese. La forte precarietà che caratterizza il lavoro degli ultimi decenni e la mancata creazione di nuovi posti di lavoro hanno portato i lavoratori ad andare in pensione con importi sempre più bassi. Le più penalizzate sono certamente le donne, costrette sempre più spesso a scegliere un lavoro part time e non sempre continuativo, per far fronte alle esigenze familiari”.
Inoltre l’aumento dei prezzi incide ovviamente anche sulle pensioni, la cui rivalutazione avvenuta da gennaio 2022 del 1,7% certamente non compensa i tanti anni in cui nemmeno un euro è stato dato per adeguare le pensioni all’aumento del costo della vita”.
Quello che come sindacato dei pensionati chiediamo da tempo– conclude il Segretario dei Pensionati CISL Romagna- e che è incluso nelle tesi congressuali del 19° congresso nazionale che in questi giorni si svolge a Riccione, è rendere obbligatoria la pensione complementare, per evitare che i nostri figli e nipoti vadano in pensione con meno della metà dell’ultima retribuzione. Inoltre sappiamo che sono principalmente i pensionati e i lavoratori dipendenti a contribuire al sistema fiscale italiano. E’ quindi fondamentale far sì che si ottenga una riforma fiscale che dia più risorse a lavoratori e pensionati, favorendo i consumi e combattendo l’evasione fiscale, per una equa distribuzione delle ricchezze”.