Indietro
menu
attesi ulteriori rincari

Indagine Confindustria: per le imprese pesanti conseguenze dalla guerra

In foto: il presidente Roberto Bozzi
il presidente Roberto Bozzi
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 3 mar 2022 15:36 ~ ultimo agg. 15:39
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Il Centro Studi di Confindustria Romagna ha effettuato questa settimana un’indagine flash sui propri associati dalla quale emerge preoccupazione per il costo dell’energia e per le conseguenze della guerra e delle sanzioni sulla Russia. Quello dei paesi coinvolti nel conflitto è un mercato di riferimento per molte imprese: nei primi nove mesi del 2021 secondo i dati ISTAT elaborati dalle Camere di Commercio territoriali, in provincia di Forlì-Cesena le esportazioni verso la Russia e Ucraina ammontano a 76 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 12,6 milioni di euro. Nello stesso periodo, in provincia di Rimini le esportazioni verso la Russia e l’Ucraina ammontano a 85,3 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 1,8 milioni di euro. In provincia di Ravenna le esportazioni verso la Russia e l’Ucraina ammontano a 79,3 milioni di euro mentre le importazioni raggiungono quota 336,4 milioni di euro per l’attività dello scalo portuale.

Quattro aziende su dieci prevedono un calo di fatturato estero fino al 20% nei prossimi sei mesi, a causa dell’invasione militare dell’Ucraina e delle conseguenti sanzioni scattate nei confronti della Russia. Il sistema produttivo del territorio si attende anche un ulteriore rincaro dei costi energetici e di trasporto.

“Il primo pensiero è all’emergenza umanitaria, alle vittime e ai profughi di questa guerra disumana: va adottata ogni misura possibile contro il tentativo di calpestare libertà e sovranità dei popoli con la violenza – afferma il presidente Roberto BozziConfindustria ha subito accolto la proposta della CISL di attivare un fondo per sostenere in modo concreto la popolazione ucraina”.

“Il sistema delle sanzioni sta generando difficoltà negli scambi e nei rapporti commerciali – continua Bozzi – e l’escalation degli eventi degli ultimi giorni impatterà pesantemente su energia e logistica”. Il 38,1% delle imprese interpellate prevede appunt0 un calo fino al 20% del fatturato da export nel medio termine. Alla domanda su quali conseguenze sono maggiormente temute per la propria attività, i rispondenti hanno indicato i rincari dei costi energetici (63,5%), i costi di trasporto (50,8%) e l’erosione dei margini di profitto (47,6%).

“Questi dati ci confermano che va radicalmente rivisto l’approccio alla politica energetica: rilanciamo quindi la necessità di arrivare a un forte aumento dell’estrazione delle riserve nazionali di gas naturale, di potenziare la quota strutturale di energia da rinnovabili riservata alle imprese, e di aumentare la quota di GNL liquido via mare, diversificandone al massimo i Paesi di provenienza”.