Nessuna scena muta davanti al gip, gli indagati della maxi truffa collaborano
Sono comparsi questa mattina (giovedì) davanti al gip di Rimini, Manuel Bianchi, per l’interrogatorio di garanzia i principali indagati dell’operazione Free Credit, eseguita dalla Guardia di Finanza di Rimini, che ha smascherato nei giorni scorsi una truffa da oltre 400 milioni di euro ai danni dello Stato nell’ambito dei bonus per la ristrutturazione e la locazione di immobili.
Hanno fornito la loro versione dei fatti e respinto la gran parte delle accuse mosse dalla Procura di Rimini. I principali indagati dell’inchiesta non si sono sottratti alle domande del gip. Questa mattina il commercialista riminese Stefano Francioni, difeso dall’avvocato Moreno Maresi, ha parlato dal carcere per oltre un’ora ribattendo punto su punto alle contestazioni mosse dall’accusa.
Lo stesso ha fatto Giuseppe Felice Guttadoro, difeso dall’avvocato Piero Venturi. L’albergatore ha ricostruito il suo legame con l’imprenditore Pasquale Bonfrate e chiarito la natura di quei 300mila euro in contanti (in tagli da 10, 20 e 50 euro) ammassati in un borsone da viaggio e sequestrati dalle Fiamme gialle all’interno della sua abitazione a Rimini. Secondo Guttadoro erano i risparmi di una vita di lavoro e di una parte dell’eredità. Soldi che l’albergatore avrebbe tenuto in casa perché considerato dalle banche un “cattivo pagatore” per via di una condanna passata, arrivata dopo l’emissione di un assegno a vuoto. I legali di Francioni e Guttadoro potrebbero chiedere nei prossimi giorni la revoca della misura cautelare.
Anche Pasquale Bonfrate, difeso dall’avvocato Gianluca Filippone del Foro di Ferrara, ha ridimensionato le accuse nei suoi confronti. “Non sono io il dominus dell’associazione”, avrebbe ribadito al gip scagionando poi la compagna Imane Mounssif, travolta anche lei dall’inchiesta per truffa ai danni dello Stato.