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intervista

Adolescenti on-life: Matteo Lancini e Martina Socrate

di Silvia Sanchini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 21 feb 2022 16:02 ~ ultimo agg. 28 feb 16:38
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martina socrateSe siete adolescenti o poco più sicuramente avrete sentito parlare di Martina Socrate. 22 anni, studentessa di Scienze della Mediazione linguistica e culturale a Milano è una content creator, cioè crea contenuti principalmente sul social TikTok dove ha (ad oggi) 1 milione e 200.000 followers.

Il Centro per le Famiglie del Comune di Rimini l’ha scelta come ospite della serata “Adolescenti on-life! Crescere nella società di internet e del narcisismo” insieme a Matteo Lancini, autore del libro Adolescenti navigati: come sostenere la crescita dei nativi digitali, psicologo-psicoterapeuta, presidente della Fondazione Minotauro.

Adolescenti on-life è una efficacissima espressione dello studioso Luciano Floridi che ha concretizzato un dato sempre più evidente: la distinzione tra reale è virtuale non esiste ma anzi le due esperienze si intrecciano, così come è più labile la differenza tra pubblico e privato, viviamo tutti sempre più on-life”, spiega lo psicoterapeuta.

Mi piace parlare di internet come di un ambiente in cui si fanno esperienze. Ben prima di questa emergenza sanitaria si erano ridotti gli spazi di gioco e socializzazione delle nuove generazioni. I giovani hanno quindi cercato nuovi spazi: dai cortili ai giochi virtuali. L’adolescenza è un processo creativo, di costruzione dell’identità, e anche gli strumenti virtuali permettono di esprimerla. Ma non solo: non si tratta più di esperienze in solitaria, ma possono diventare – come nel caso di Martina Socrate – un vero e proprio lavoro. Non possiamo più permetterci di guardare con snobismo a questo fenomeno”, continua Lancini.

matteo lanciniOltre un anno di scuola e didattica online ha fatto emergere molte domande sul rapporto tra adulti, adolescenti e tecnologie, come commenta l’esperto: “Il lockdown ha fatto esplodere i tanti paradossi del mondo adulto. Abbiamo cercato per anni di allontanare gli adolescenti dagli schermi e da internet e poi li abbiamo costretti a stare davanti a computer e tablet per ore senza una riflessione o una forma di protezione. Non possiamo accusare internet di essere causa di disconnessione dalla realtà, quando invece siamo stati noi adulti a spingere i ragazzi a disconnettersi dal reale. Anche sul fenomeno dei ritirati sociali bisognerebbe fare chiarezza. Chi vive questa condizione spesso non riesce neanche ad accedere ad internet, quindi è sbagliato incolpare le tecnologie per la situazione che vivono questi giovani. C’è una difficoltà degli adulti ad essere forti e responsabili, ci scopriamo fragili nel nostro compito educativo. Io non credo molto neppure nelle forme di parent control, penso che bisognerebbe molto più lavorare sull’assunzione di responsabilità e su un’educazione digitale che andrebbe svolta anche a scuola”.

Rispetto alla sua esperienza di giovanissima creatrice di contenuti digitali racconta invece Martina:Per me TikTok è uno strumento per esprimere la mia creatività e stare bene. È un’applicazione ricchissima di contenuti, non solo divertenti ma anche educativi. Si possono trovare esercizi per il workout, ricette, imparare le lingue straniere. Quindi consiglio davvero ai ragazzi di usarla a 360 gradi, sfruttandone tutte le potenzialità anche educative. È un’app molto più sicura di quello che si pensa, ogni contenuto viene controllato prima della pubblicazione. Sono molto fortunata perché anche i miei genitori mi sostengono e rispettano il mio lavoro attraverso i social, appena faccio un video chiedo sempre il loro feedback e per me è molto importante”.

Come si trasforma l’esperienza sui social in un lavoro? Spiega l’influencer: “Il mio lavoro non è così immediato come può sembrare superficialmente, ma la creazione di ogni contenuto richiede tempo e attenzione e anche tempestività, perché TikTok è un social che procede velocissimo. Dietro ogni video o post c’è una ricerca, un lavoro che spesso non si vede ma è importantissimo. Inoltre la propria community va coltivata, rispondendo sempre a commenti e messaggi per fidelizzare le persone che mi seguono. Sono felice che per me questo sia diventato un lavoro a tempo pieno, ma voglio sottolineare che richiede anche tanto impegno e costanza”.

Una serata davvero appassionante, che ha aiutato molti genitori e adulti ad approcciarsi con uno sguardo diverso al tema del digitale cogliendo gli aspetti psico-educativi e le sfide che interpellano il mondo dei genitori e della scuola ma anche l’esperienza diretta di chi, pur giovanissima, ha già molto da raccontare. Un confronto importante per conoscere meglio il mondo in cui quotidianamente ragazzi e ragazze sono immersi e che non possiamo solo giudicare ma dovremmo invece cercare anche di comprendere più a fondo.

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