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impatto sociale

Prove d'orchestra, alla ricerca di nuove armonie

di Emiliano Violante   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 30 nov 2021 10:31 ~ ultimo agg. 6 dic 16:53
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Si è svolto lo scorso 28 ottobre, durante la kermesse fieristica di Ecomonodo, a Rimini nello stand di Utilitalia, un’importante conferenza pubblica in cui sono stati presentati anche i risultati della ricerca sulla “Valutazione dell’impatto sociale” delle cooperative sociali. All’evento – trasmesso anche in live streaming sul canale Youtube di Utilitalia – hanno partecipato importanti protagonisti dello scenario sociale italiano, tra questi alcuni dirigenti della “Rete 14 Luglio”, a cui aderisce anche La Formica Cooperativa Sociale.

È stato un momento di confronto davvero importante, con un titolo emblematico: “Prove d’orchestra – alla ricerca di nuove armonie”, che si è concentrato sul tema del lavoro sociale legato all’ambiente e al ruolo della cooperazione sociale in Italia. Un titolo che descrive bene l’intento della conferenza organizzata per provare a costruire una nuova armonia fra le tre gambe principali dello sviluppo: quella economica, quella ambientale e quella sociale, con un chiaro ed espresso orientamento alle importanti risorse del PNRR, che darà una spinta fondamentale all’economia.  L’occasione anche per ragionare insieme ad altri attori, che hanno un importante ruolo sociale in Italia e capire come questo sviluppo possa essere sostenibile, duraturo e non conflittuale.

Al tavolo – partito dalla presentazione della ricerca sulla VIS, la “Valutazione dell’Impatto Sociale” – hanno partecipato illustri ospiti come: Francesco Loiacono, direttore dell’editoriale La Nuova Ecologia; Giovanni Iozzi Rappresentante della Rete 14 luglio che ha presentato i risultati della ricerca; Potito Ammirati Rappresentante della Rete 14 luglio; Filippo Brandolini Vice-Presidente Vicario Utilitalia; Tania Scacchetti, Segreteria Confederale CGIL; Don Luigi Ciotti Fondatore del Gruppo Abele e Libera; l’Onorevole Chiara Braga, Deputata Commissione Ambiente e Giorgio Zampetti Direttore Generale di Legambiente. Gli ospiti hanno ascoltato anche un video messaggio del Ministro del lavoro delle politiche sociali Andrea Orlando.

Un incontro di altissimo livello, per parlare di uno dei temi più caldi del panorama imprenditoriale italiano, voluto fortemente dalla Rete 14 Luglio a cui aderiscono 22 cooperative sociale di inserimento lavorativo, che operano nei servizi ambientali, presenti in 7 regioni d’Italia. Imprese che hanno una caratteristica comune che è quella della loro presentabilità, per la loro presenza sul territorio trasparente e corretta, con un codice etico interno. Un riferimento morale per il quale alcune di esse sono anche certificate con il massimo punteggio di “Rating di legalità”, lo standard etico-sociale in Italia concesso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

“Una concezione multimediale della società deve considerare tutte le vulnerabilità che non permettono alle persone di essere agenti in pieno: povertà, mancanza di lavoro o di un’abitazione, solitudine non volontaria”.

È stata questa la citazione di Salvatore Veca – filosofo e accademico italiano recentemente scomparso – con cui Giovanni Iozzi ha iniziato la presentazione della ricerca sulla “VIS”, la “Valutazione dell’Impatto Sociale”, per stimare appunto l’impatto delle cooperative sociali, utilizzando uno strumento di misura che suggerisca azioni utili al miglioramento delle performance e che permetta di poterne stimare gli effetti nel tempo. Un lavoro partito dalla costruzione di un indice di sintesi che a sua volta raccoglie contributi di altri tre indici diversi che sono: i territori di riferimento, le performance aziendali e le relazioni con il corpo sociale. Tre dimensioni ponderate e standardizzate che hanno poi dato vita ad un indice di impatto, presentato in una forma numerica.

Una ricerca partita dal territorio, prendendo come riferimento quello in cui sono presenti le cooperative della rete che lavorano su 434 comuni, sui quasi 800 del territorio nazionale, ovvero il 5,5 %. Un territorio che esprime un reddito significativo ma che da solo non spiega la competitività, la qualità della vita, l’armonia tra domanda e offerta di beni e servizi, la sostenibilità e il benessere integrato. I dati di riferimento sono stimati su 8 aree di pertinenza: agricoltura, istruzione/formazione, risorse umane, potenzialità del territorio, impresa lavoro, demografia, ricchezza e turismo. Per ciascuna di queste aree è stato assegnato un punteggio. Una “Performance Integrata del Benessere” che, con il suo dettaglio di conoscenze, diventa uno strumento utilissimo agli amministratori per pianificare le strategie di intervento, oltre a permettere alle cooperative di stimare il proprio posizionamento sugli assi di priorità e di bisogno, soprattutto nei comuni più piccoli.

“L’equilibrio di una idea moderna di sostenibilità – ha precisato Giovanni Iozzi – non è dato né dalla sola economia e neanche dall’economia più l’ambiente, come ora si tende un po’ a fare. L’equilibrio e la durabilità nel tempo della sostenibilità sono dati dalla presenza condizionante della terza gamba che è la dimensione della socialità.”

La relazione con i soci è la parte più importante di questo mondo, perché trattandosi di cooperative di inserimento lavorativo, è il cuore del sistema: una realtà che non si misura con la capacità di produrre utili ma con la capacità di produrre utilità sociale, che significa la responsabilità che hanno le cooperative di accompagnare i lavoratori nel loro ruolo di cittadinanza attiva e diretta. Lavoratori che la ricerca ha dimostrato essere la parte più fragile degli occupati in Italia: anziani, persone con titoli di studio bassi, stranieri che abitano in affitto, senza competenze di tipo informatico e operai che sul piano relazionale sono poco istruiti e introdotti.

“Sono stati tre i gradi ambiti di valutazione – conclude Giovanni Iozzi – che contribuiscono a costruire il risultato della ricerca generando l’indice di impatto. Un numero che rappresenta per le cooperative una vera e propria misurazione, con la quale si può verificare la qualità e la quantità dei servizi di ciascuna, stimarne gli effetti e le ricadute che producono sui lavoratori e sulla comunità, oltre a consentire la costruzione di uno scenario che vada nella direzione dell’inclusione della coesione e della sostenibilità. Un lavoro che sostanzialmente ha cercato di creare una bussola dei bisogni sociali che rappresenti i bisogni e la priorità che la cooperativa può contribuire a soddisfare.”

“Si tratta di un lavoro complesso – ricorda Potito Ammirati, rappresentate della rete 14 Luglio – uno dei primi in Italia. Individuare una metrica in grado di poter misurare un impatto. In un momento in cui si parla tanto di transizioni, partiamo dalla certezza che il mercato da solo non riesce a soddisfare l’esigenza di sostenibilità ambientale e contrastare simultaneamente l’emarginazione. Il mercato va orientato dalla politica. Il primo punto è quello legato all’articolo 112 con la famosa formula che, applicata dalle PA, trasforma quella che è l’offerta economicamente più vantaggiosa in un massimo ribasso, il prezzo minimo non è garanzia di efficacia.”

“Il titolo che avete dato alla vostro convegno – dichiara il Ministro del lavoro ed elle politiche sociali Andrea Orlando nel suo video messaggio  – è molto suggestivo ed evocativo, ‘Prove d’orchestra, alla ricerca di nuove armonie’, perché credo che descriva bene il momento storico in cui ci troviamo a vivere, un momento in cui i vecchi spartiti non funzionano più, sono destrutturati e stiamo facendo ancora la prove per trovare il giusto affiatamento fra le diverse parti, molte delle quali presentano anche dei nuovi elementi e dei nuovo strumenti. In questa ricerca di prove d’orchestra il mondo della cooperazione sociale può davvero dare il ‘la’ alla ricerca di nuove armonie. Le cooperative sociali, in particolari quelle di inserimento lavorativo, rappresentano la punta avanzata che dovrà anch’essa misurarsi con strumenti innovativi che vanno oltre i bilanci economici e sociali, per contribuire ad una società più giusta ed equo solidale.  Il consiglio nazionale del terzo settore, sul tema della valutazione d’impatto, a partire dalle idee guida che sono già state approvate, metterà in cantiere un lavoro di approfondimento e monitoraggio e soprattutto di stimolo perché si avvii un dialogo nel territorio fra tutti i soggetti che sono coinvolti. Un dialogo finalizzato a fare della valutazione d’impatto un normale strumento di programmazione e di verifica.”