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Migranti e rifugiati

Corridoi umanitari: l'accoglienza sicura

di Stefano Rossini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 30 set 2021 17:39 ~ ultimo agg. 12 ott 10:50
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Domenica 26 settembre si è celebrata la 107a Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, indetta da Papa Francesco. Il tema scelto dal Pontefice è “Verso un NOI sempre più grande”.

Nel suo messaggio il Papa ha sottolineato che “ siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità. Per questo colgo l’occasione di questa Giornata per lanciare un duplice appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande”.

Durante la giornata, a Rimini, alle 17.30 si è svolta la messa in Cattedrale che ha coinvolto le associazioni che operano nell’accoglienza e le persone arrivate attraverso i corridoi.

caritas verso un noi sempre più grande - giornata del migranteDurante l’offertorio è stato portato un grosso cartello con la scritta NOI realizzata dai ragazzi. Sul cartello poi sono state aggiunte le parole più importanti per i ragazzi, significative rispetto ai loro sogni e ai loro desideri. Alla fine della messa, poi, Patrizia e Vilma, due volontarie dell’associazione “Lettori volontari della Biblioteca Gambalunga Sezione Ragazzi – Nati per Leggere” hanno letto le storie di alcuni ragazzi arrivati attraverso i corridoi umanitari.

Migranti e rifugiati: le storie oltre i numeri

Come la storia di un ragazzo eritreo, arrivato all’inizio dell’estate attraverso un corridoio umanitario dal Niger.

Nel 2008 a Gondar ci sono state delle proteste da parte degli amhara perché rivendicavano alcuni distretti del Tigré tra cui quello di Tsegede, a maggioranza amhara. Uno degli organizzatori era il fratello del richiedente che faceva il professore all’Università di Gondar. Questa manifestazione è stata repressa dall’esercito ed è rimasto ucciso il fratello del richiedente.

Dopo qualche giorno dalla morte del figlio, il padre veniva arrestato dalla polizia del Tigré perché anche lui era attivo a livello locale, e anche il richiedente partecipava a questi gruppi ma non li organizzava.

Per cui, il ragazzo arrivato in Italia ha deciso di scappare dopo l’arresto del padre, arrivando prima in Sudan e poi in Libia. Di qui veniva inviato in Niger nel mese di gennaio 2018.

Nel maggio del 2021 è stato riconosciuto come rifugiato in Niger e attraverso un corridoio umanitario è arrivato in Italia.

“Vogliamo far conoscere le storie di questi ragazzi che accogliamo e di cui condividiamo giorno per giorno la vita – ha detto Fethi Atakol – perché sono tanti gli aspetti importanti che sfuggono quando consideriamo i migranti e i rifugiati come un numero. Invece sono portatori di storie, storie con delle violenze così profonde che anche noi che le ascoltiamo tutti i giorni fatichiamo a immaginare”.

La celebrazione è stata organizzata dalla diocesi, dal Vescovo e dalla comunità.

Corridoi Umanitari: un modello di accoglienza sicuro

Uno dei temi emerso maggiormente in queste ultime settimane, con la crisi politica dell’Afghanistan, è quello dei corridoi umanitari, per permettere a chi cerca di fuggire da situazioni di grave pericolo di arrivare in Italia e in Europa attraverso vie sicure.

Ne abbiamo parlato con Mario Galasso, direttore Caritas diocesana Rimini, Gianpiero Cofano, Segretario Generale APG23 e Fethi Atakol, Operatore dell’accoglienza, coop. Madonna della Carità.