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"amministratrice coraggiosa"

Tosi: vorrei incontrare la sindaca afghana Zarifa Ghafari

In foto: Zarifa Ghafari
Zarifa Ghafari
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 27 ago 2021 16:14
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Raccogliendo l’appello emerso dal recente G20 delle Donne, Renata Tosi, sindaco di Riccione e Roberta Nesto, sindaco di Cavallino Treporti, hanno scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Draghi, alla ministra Pari Opportunità e al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli in merito alla vicenda di Zarifa Ghafari, sindaca di Maidan Shar, Afghanistan. “E’ una giovane donna, prima e unica nel suo Paese a rivestire questo ruolo – scrivo le due sindache -, che sta sfidando l’oscurantismo in Afghanistan e che con la sua famiglia hanno ottenuto asilo in Germania“.

Vorremmo avere la possibilità di incontrare questa coraggiosa amministratrice – si legge nella lettera congiunta -. E’ nostro desiderio esprimerle sostegno e solidarietà e attraverso lei, a tutta la popolazione afghana, alle donne principalmente, che sono quella parte di popolazione che maggiormente soffriranno a causa dell’oscurantismo imposto dalla shari’a. Raccogliendo l’appello emerso dal recente G20 delle Donne, credendo fermamente che l’Italia debba essere il volto umano delle istituzioni internazionali, chiediamo al Parlamento Europeo e allo Stato Italiano, anche attraverso l’interessamento della ministra alle Pari Opportunità, Elena Bonetti, che si facciano promotori di un’azione congiunta di tutta la Comunità affinché storie come quella di Zarifa, volto della rinascita femminile dell’Afghanistan, siano portate all’attenzione della comunità internazionale: le storie di donne come lei non devono essere dimenticate, dopo un primo momento di condivisione dettata dall’emozione, perché questa tragedia non è solo afghana, ma appartiene al vissuto di tutti noi“.

Tutto ciò riveste un’importanza fondamentale – concludono Roberta Nesto e Renata Tosi – in un momento cruciale e drammatico come questo che stiamo vivendo all’indomani del tragico attentato all’aeroporto di Kabul. Oggi il nostro pensiero va alle famiglie dei tanti morti e feriti, a loro tutta la nostra solidarietà e una profonda umana vicinanza. In questi tempi bui, siamo convinte che le donne siano la prima luce di speranza. Servono tutti i canali diplomatici affinché i diritti delle donne siano difesi, in particolare per coloro le quali esercitano una passiva resistenza, va manifestata con significativa urgenza una pressione internazionale continua, a salvaguardia di tutte queste vite“.