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Centro giovani RM25

Di nuovo nelle terre confiscate alle mafie

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 4 ago 2021 17:04 ~ ultimo agg. 26 ago 10:54
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Solo il covid aveva potuto interrompere un’avventura che durava ormai dal 2013 e che ha consentito sempre a nuovi gruppi di ragazzi dai 15 ai 26 anni di avere l’opportunità di formarsi, avvicinarsi al tema della legalità e responsabilizzarsi nelle scelte quotidiane attraverso la partecipazione ai campi di Libera, associazione nomi e numeri contro le mafie.

Dal 19 al 24 luglio, un gruppo composto da 11 ragazzi e ragazze di Rimini e Santarcangelo sono stati accompagnati da 3 educatori e educatrici dell’Associazione Sergio Zavatta ONLUS all’interno del progetto Centro Giovani di Rimini RM25 a Maiano di Sessa Aurunca per partecipare ai campi di E!state Liberi nella cooperativa sociale “Al di là dei sogni” onlus.

La possibilità di partecipare gratuitamente a questi campi è stata possibile grazie al contributo del Comune di Rimini e da quest’anno anche con la collaborazione del Comune di Santarcangelo di Romagna.

I ragazzi e le ragazze che hanno partecipato al campo costituivano un gruppo molto eterogeneo sia per età che per interessi personali, ma uniti dalla curiosità di aprirsi a nuove esperienze.

Durante il campo alcuni di loro hanno ammesso di essere stati spinti dai genitori a partire, ma nonostante questo presupposto non si sono fatti scoraggiare e hanno mantenuto un’apertura rispetto a tutto ciò che li aspettava. All’inizio, vista le differenze all’interno del gruppo, gli accompagnatori si immaginavano delle difficoltà nel coinvolgimento tra i partecipanti ma già sul treno alla partenza questi dubbi sono stati smentiti dalla voglia di socializzare e mettersi in gioco. Ancora più grande è stata la soddisfazione nei giorni seguenti nel vedere il proprio gruppo integrarsi con gli atri 17 volontari che partecipavano al campo.

“C’è stato un vero e proprio cambiamento in ogni singolo ragazzo che dopo il primo momento di chiusura è riuscito ad aprirsi completamente generando un clima familiare,” riferisce Chiara Turchi, educatrice di Associazione Zavatta, che già aveva partecipato ad un altro campo.

Quest’anno il bene confiscato, dedicato alla vittima innocente di mafia Alberto Varone a Maiano di Sessa Aurunca, accoglieva 31 partecipanti da Rimini, Sondrio ed Ancona. Un numero minore rispetto a quello degli anni precedenti date le restrizioni dovute al Covid, che ancora limitano il naturale svolgimento del campo, influenzando non solo il numero dei partecipanti ma anche le attività. Il cambiamento maggiore è stato una minore presenza di utenti e soci che normalmente invaderebbero gli ettari della Cooperativa. Nonostante queste difficoltà pratiche lo spirito che aleggiava durante le giornate è sempre stato accogliente, gioioso e ricco di stimoli. Questo clima ha fatto respirare un senso di normalità dopo il periodo di difficoltà che, nell’ultimo anno, in primis, ha colpito i giovani.

“Dopo tanti mesi di distanziamento sociale e DAD è stata una gioia vedere sia i più grandi che i più piccoli giocare a nascondino o stringersi attorno ad una chitarra, ricordandoci qual è la vera normalità” racconta Alberto Nicoletti, Educatore di Associazione Zavatta.

Come ogni anno, il campo era diviso in vari momenti, la mattina si partiva dalla colazione, seguita dalla suddivisione in gruppi per svolgere i diversi lavori di cui la cooperativa aveva bisogno (agricoltura, manutenzione, cura del bene, pulizie, cucina); a metà pomeriggio si svolgeva la formazione, in cui diverse persone raccontavano la propria esperienza rapportata al contesto sociale, politico ed economico. Ci sono state anche alcune testimonianze di vita che hanno colpito particolarmente i ragazzi perché raccontate da chi ha condiviso le giornate con i volontari stessi. Nei momenti di tempo libero i gruppi hanno organizzato in autonomia giochi e attività di vario genere, che hanno agevolato la coesione del gruppo.

All’interno di una realtà nella quale vivono e lavorano persone provenienti da contesti difficili e con problematiche psico-sociali, la capacità di relazionarsi oltre le etichette è un compito che spetta ad ogni singolo volontario. Questa vicinanza all’interno del campo di Maiano di Sessa Aurunca viene considerata una vera e propria terapia a supporto del lavoro quotidiano svolto dagli operatori della cooperativa Aldilà dei sogni. Quindi, al di là dell’aiuto fisico che ogni ragazzo ha dato, il vero contributo è stato quello di condividere tempo, quotidianità, risate, emozioni e parole.

Giulia Lappi, educatrice di Associazione Zavatta conclude: “Come ci ha spiegato Simmaco Perillo, il Presidente della cooperativa, quello che i volontari riescono a portare dentro alle mura del campo è la normalità. Una normalità che le terre che circondano la cooperativa e sulla quale è costruita non vedevano da tanto tempo, una normalità che gli utenti della cooperativa hanno riscoperto solo dopo anni di carcere, di tossicodipendenza o di OPG. Una Normalità che a noi sembra scontata ma che non lo è.”