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affidato incarico

Per il grattacielo di Rimini restyling in vista, con guscio panoramico

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 21 lug 2021 13:11 ~ ultimo agg. 22 lug 13:27
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Un roof garden, un tetto panoramico e un guscio che ne migliori l’efficienza energetica. Sono passati sessant’anni dalla sua inaugurazione e per il Grattacielo di Rimini si sta pensando ad una ristrutturazione, per tornare ad essere elemento iconico dello skyline cittadino come lo fu negli anni ’60. L’assemblea di condominio nel mese di marzo,  dopo aver valutato quattro proposte, ha incaricato l’architetto Teresa Chiauzzi  che ha già lavorato per la riqualificazione del Grand Hotel di Rimini e ha lo studio nel grattacielo, della redazione del progetto di ristrutturazione dell’edificio di viale Principe Amedeo. Progetto di fattibilità che a giugno è stato completato e ieri presentato ai componenti del Consiglio del Grattacielo, nel corso di un incontro a distanza aperto a tutti i condomini e che ha registrato una vasta adesione. A questo punto toccherà all’Assemblea del Condominio esprimersi rispetto alle modalità di prosecuzione del percorso. Figura centrale nell’operazione progetto di riqualificazione, l’avvocato Andrea Bracaglia che è amministratore condominiale del grattacielo.

Dalle verifiche del team della Chiauzzi il Grattacielo pare reggere bene al passare del tempo ma ha necessità di una manutenzione delle facciate esterne, l’ultima è stata eseguita a metà degli anni Ottanta.

Tre sono le ipotesi di intervento proposte dall’architetto in relazione al diverso grado di trasformabilità dell’edificio nell’ottica della sua sostenibilità e connesse ai bonus che oggi è possibile intercettare. Si va dall’ipotesi di rinnovare l’esistente alla proposta che prende in considerazione il miglioramento sismico e la realizzazione di una facciata ventilata, con il salto di due classi energetiche, in grado di rientrare nell’ambito del superbonus 110. Il grattacielo viene visto come un creatore di nuova energia. Un guscio avvolgente sul tetto ospiterà i 600 metri quadrati dell’impianto fotovoltaico e consentirà di utilizzare gli spazi della terrazza, così come era stata concepita nel progetto del 1957. Due le soluzioni proposte: la prima ha la forma di un elemento aereo sospeso che sostiene le celle fotovoltaiche con una balaustra di protezione che circonda il piano della terrazza; nella seconda il graticcio diventa un guscio disegnato con cerchi sovrapposti che racchiude lo spazio della terrazza. Il giallo del graticcio si riverbera al piano terra, dando colore ad alcuni elementi della piazza e della galleria.

Con i suoi 27 piani la torre rappresenta l’elemento statico che può essere reso dinamico, attraverso una scala cromatica che sfuma dallo scuro al chiaro verso l’alto utilizzando le cromie del cemento: un sorta di faro illuminato di notte che nelle situazioni speciali dispone di una terrazza a cento metri di altezza che si illumina.

Il corpo ammezzato va completamente ripensato per riconnotare la sua funzione commerciale che in origine dava lustro alla piazza antistante. La proposta dell’architetto si rifà agli
ingressi di cinema e teatri. La copertura, oggi uno spazio vuoto, diventerebbe un tetto verde, un roof-garden, un belvedere sulla passeggiata, ma anche uno spazio per abbattere il calore.

Importante per chi abita nel grattacielo anche il tema delle escursioni termiche, anche a seconda della posizione degli appartamenti. La realizzazione di un involucro potrebbe essere la soluzione alle problematiche, anche se la creazione non è da considerarsi banale, viste le tante finestre. Bow windows incrociati nelle due direzioni S-E e S-O a formare un motivo che rompe la geometria rigida, creerebbero vedute panoramiche protette e consentirebbero ai corpi scale di avere spazi a controllo solare sulla facciata che guarda Gabicce.

La galleria, da canale buio, diventa fonte di luce: il rifacimento della copertura prevede infatti dei pozzi di luce sulla base di due soluzioni progettuali. La prima ha un taglio longitudinale che fornisce luce alla galleria secondo una linea continua, la seconda ha più tagli puntuali che forniscono fasci di luce. Il progetto prevede inoltre che dalla galleria si possa accedere al tetto verde del corpo ammezzato inserendo una scala o un ascensore.

Il piazzale è pensato come una piazza, dove fermarsi per una pausa o accogliere opere artistiche o per eventi. Lo spazio a disposizione si amplia dal momento che gli elementi rialzati delle prese di luce e aria del garage sottostante verrebbero ribassati alla quota del calpestio. In Via Calalzo è pensato un asfalto colorato, mentre il lato su via Monfalcone trova una soluzione di decoro con la pavimentazione che esce a disegnare lo spazio e l’aggiunta di parti verdi.

 

 

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