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la sentenza

Molestie sessuali su un 14enne nella veranda dell'hotel, condannato albergatore

di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 14 lug 2021 19:57 ~ ultimo agg. 15 lug 14:04
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Due anni e 8 mesi di reclusione. A tanto è stato condannato l’albergatore riminese di 59 anni che nella notte tra il 6 e il 7 agosto del 2019 fu accusato da un allora 14enne, che alloggiava insieme al padre nell’hotel di Miramare dell’imputato, di averlo molestato sessualmente. Una vicenda controversa, decisa questa mattina con rito abbreviato.

Quella notte il minore – fu questa la sua versione dei fatti fornita in audizione protetta – scese a piano terra, con il permesso del padre, poco prima di mezzanotte perché non riusciva a dormire. Una volta raggiunta la veranda dell’hotel, incontrò l’albergatore. I due avrebbero parlato di calcio, poi il minore si sarebbe addormentato con il cellulare in mano. All’improvviso fu svegliato e si ritrovò i pantaloni abbassati. Davanti a lui il 58enne che, a detta della vittima, avrebbe tentato un approccio sessuale per poi molestarlo, approfittando del suo stato di imbarazzo misto a choc. A rafforzare le dichiarazioni della vittima anche la relazione dei Ris di Parma, secondo la quale sono emerse tracce del Dna dell’uomo negli indumenti indossati quella notte dal minore, il che confermerebbe l’ipotesi di un possibile contatto tra i due.

L’albergatore si è professato innocente fino all’ultimo. Davanti a quelle accuse infamanti (violenza sessuale aggravata dalla minorata difesa), in sede di interrogatorio, spiegò: “Lo sorpresi con i pantaloni abbassati in veranda e lo rimproverai perché certe cose non si fanno. Gli dissi di rivestirsi e di tornare subito in camera”. Questa mattina il giudice Vinicio Cantarini ha riconosciuto la cosiddetta minore gravità del fatto, nonostante il pubblico ministero Davide Ercolani, che ha coordinato le indagini affidate ai carabinieri, avesse chiesto una condanna a sei anni e sei mesi di reclusione con le aggravanti della minore età di 16 anni della vittima e per il fatto che la violenza si fosse consumata a tarda notte.

Al minore, che si era costituito parte civile attraverso gli avvocati Flavio Moscatt e Anna Vitale, l’imputato, che ricorrerà in appello, dovrà versare una provvisionale di 30mila euro. “Nonostante ci auspicassimo un’assoluzione piena, in quanto il nostro assistito continua a professarsi pienamente innocente – dicono i legali del 59enne, gli avvocati Paolo Righi e Alessandro Pierottinon possiamo che essere soddisfatti del notevole ridimensionamento della vicenda e dell’avvenuta derubricazione del reato contestato. Il giudice infatti ha riconosciuto la sussistenza dell’ipotesi lieve, che è quella applicata nei casi di palpeggiamento. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza – concludono i legali – si può ipotizzare che il giudice abbia escluso qualsiasi ipotesi di violenza sessuale vera e propria, così smentendo gran parte delle diverse versioni rese dalla persona offesa”.

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