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A Rimini

Pallinari, prostituzione, occupazione di edifici. I controlli della Polizia Locale

In foto: i controlli
i controlli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 17 giu 2021 13:22 ~ ultimo agg. 18 giu 08:44
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Nella serata di mercoledì 16 giugno, gli agenti della Polizia locale di Rimini sono stati impegnati in uno specifico servizio territoriale, orientato alla sicurezza urbana e al presidio dei luoghi della città. Sono state tre in tutto le squadre che hanno operato con gli agenti in abiti civili della squadra Giudiziaria e quelli in uniforme della sicurezza stradale e gli esperti di polizia amministrativa. Nel pattuglione di 12 agenti erano presenti anche 2 unità cinofile con i cani addestrati all’ordine pubblico e alla ricerca di sostanze stupefacenti.
È iniziato infatti dal mercato coperto e dalle vie circostanti la verifica e l’allontanamento di alcune situazioni critiche, per poi proseguire a marina centro dove – a partire da via Vespucci – gli agenti della Polizia Locale hanno sorpreso cinque uomini intenti a proporre il gioco delle tre palline. Identificati, sono stati tutti multati con la sanzione prevista dal regolamento comunale di 1000 euro. Le pattuglie poi si sono spostare gradualmente lungo i viali delle Regine fino al confine con il Comune di Riccione, effettuando anche controlli alla circolazione stradale, notificando alcune violazioni al codice della strada sulle norme di comportamento e allontanando alcuni commercianti abusivi che effettuavano la vendita itinerante in zona. L’azione ha portato anche al fermo di 12 donne sorprese nell’esercizio di prostituzione in strada tutte identificate e multate come prevede il regolamento comunale con la sanzione di 200 euro ciascuna.
In seconda serata la squadra si è dedicata al controllo dei parchi e delle strutture abbandonate occupare abusivamente. Dal parco Murri fino a Villa Ombrosa a San Giuliano e anche l’Hotel delle Nazioni dove la perlustrazione, fatta con le unità cinofile, ha sorpreso quattro persone che si erano sistemate negli spazi interni della struttura. Tutte denunciate come prevede il codice penale per “invasione di edifici e terreni” (art. 633 c.p.). Sulle strutture, i cui accessi sono stati forzati, è in corso adesso la procedura per il coinvolgimento dei rispettivi proprietari finalizzato al ripristino immediato delle chiusure per impedire future intrusioni.