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Rispetto a 2015 e 2010

Imprese attive: i settori più in difficoltà nel medio e lungo periodo

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 10 mag 2021 13:35 ~ ultimo agg. 13:36
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Non solo l’effetto della pandemia ma una difficoltà che affonda le sue radici più indietro nel tempo. L’analisi di medio e lungo periodo realizzata dalla Camera di Commercio sulle attività economiche riminesi fotografa i problemi che ormai da una decina d’anni caratterizzano in particolare quattro dei comparti più importanti del territorio: agricoltura, commercio, manifatturiero e costruzioni. Si tratta dei quattro settori, su dieci complessivi, che pur rappresentando ancora oltre la metà delle 34.090 imprese attive, segnano un calo consistente sia rispetto al 2015 che rispetto al 2010.
Nel medio periodo l’agricoltura perde il 7% di realtà attive che salgono al 21,2% rispetto al 2010, il commercio perde parecchio rispetto a 5 anni fa (-4,7%) ma limita al -7,1% nel lungo periodo a differenza delle costruzioni che segnano un calo del 3,5% su cinque anni fa e del 14,3% nel decennio e al manifatturiero che perde il 4,4% imprese attive sul 2015 e il 13,3 sul 2010.
Crescono sensibilmente nel medio e lungo periodo invece i servizi alle imprese (addirittura + 35,5% in 10 anni) e le attività professionali e tecniche (+11% nel lungo periodo). Da segnalare anche il buon andamento del settore immobiliare (+7,7%). Stabili rispetto al 2010 le attività sportive e di divertimento e quelle di alloggio e ristorazione.
In gran parte, la diminuzione complessiva delle imprese attive è imputabile alla flessione di quelle individuali e delle società di persone a fronte invece di un aumento del 31,8% nel lungo periodo delle società di capitali. In calo anche le micro imprese con meno di 10 addetti che costituiscono il 93% del totale delle realtà attive. Per contro cresce la dimensione media, passando dai 3,5 addetti del 2010 ai 3,7 del 2020. Sintomo che le realtà più strutturate sono quelle più capaci di resistere alle difficoltà. L’analisi sui comuni principali vede nel medio periodo salvarsi solo Riccione, +0,3%, Cattolica, +2,3, e Misano, +0,8%. Tutti invece perdono imprese rispetto al 2010.

Al 31/12/20 i dieci principali comuni, per numerosità di imprese, risultano: Rimini (43,7%), Riccione (12,2%), Bellaria-Igea Marina (6,6%), Cattolica (6,5%), Santarcangelo di Romagna (6,1%), Misano Adriatico (4,4%), Coriano (2,9%), San Giovanni in Marignano (2,6%), Verucchio (2,2%) e Morciano di Romagna (2,1%).

Riguardo agli ambiti territoriali, la maggiore concentrazione di imprese si registra in quelli che ricomprendono località di pianura: Grandi Centri (Rimini), con il 43,7%, Comuni di Cintura (Bellaria-Igea Marina, Coriano, Riccione, Santarcangelo di Romagna), con il 27,8%, e Area del Basso Conca (Cattolica, Misano Adriatico, San Giovanni in Marignano), con il 13,4%. In due di questi si hanno decrementi nel medio periodo (+1,3%, invece, nell’Area del Basso Conca) e in tutte e tre nel lungo periodo, inferiori comunque alle variazioni negative che caratterizzano le altre due vallate, comprendenti località collinari e di montagna; nello specifico, la Valmarecchia (-3,6% rispetto al 2015, -8,5% sul 2010) e la Valconca (-2,9% rispetto al 2015, -12,2% sul 2010).