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Ex segretario a Rimini

Luigi Bonadonna torna nel PD. Le priorità per il post pandemia

In foto: Luigi Bonadonna
Luigi Bonadonna
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 25 apr 2021 08:07 ~ ultimo agg. 08:26
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Prima segretario, poi per tanti anni senza neanche la tessera. Luigi Bonadonna spiega il perché del suo ritorno nel PD riminese e quali sono le priorità che il partito, oggi impegnato nella costruzione di una nuova identità dopo un periodo di “sbandamento”, deve perseguire per affrontare le sfide del post pandemia. Uno scenario in cui “il cattolicesimo democratico può e deve dare un contributo forte per la costruzione del futuro”.
Luigi Bonadonna è stato Segretario PD Rimini fino al 2009, Capogruppo dell’Ulivo in Consiglio Comunale e attualmente membro del Consiglio Generale della Fondazione Carim.

Dopo dieci anni, l’anno scorso, in piena pandemia, ho deciso di riscrivermi al PD.
L’ho fatto dopo aver riflettuto a lungo sul periodo che stiamo vivendo e su cosa ci aspetterà.
La mia è stata una scelta personale, al di fuori di inutili teorie correntizie, una decisione nella quale credo, poiché il PD, dopo un periodo di ‘sbandamento’, si è finalmente messo in discussione e sta delineando un suo profilo futuro, ripartendo da un’identità ampia e plurale, aperta, certo, al civismo, ma vicina alla dimensione del ‘bisogno’ emergente, che è carattere fondante dei maggiori pensieri politici dai quali il PD deriva; in questo solco il cattolicesimo democratico può e deve dare un contributo forte per la costruzione del futuro.
Nel giro di un anno o poco più, una tempesta si è abbattuta sulla nostra società, stravolgendo il nostro modo di vivere e la nostra economia, che pareva consolidata e inossidabile.
Ovviamente anche Rimini non ha avuto sconti. Cito un dato su tutti: il report sull’economia della Camera di Commercio, uscito qualche settimana fa, ci dice che, nella nostra realtà, nel 2020 le ore di Cassa Integrazione autorizzate ammontano a 19.946.852; nel 2019 erano state 1.404.699.
A distanza di pochi mesi quindi, siamo in una situazione dove affiorano mille difficoltà, prime fra tutte il dilagare di nuove povertà. Non solo si tocca con mano la perdita di speranza per il futuro, ma la paura di affrontarlo. Ora più che mai servono scelte di valore che si concretizzino in azioni; il problema non è quello di una nuova offerta politica, ma di unione di un sistema politico troppo frammentato.
La potenzialità del PD è quella di ritrovare lo spirito “fondativo” di soggetto politico aperto, plurale ed inclusivo, capace di restituire una casa ai tanti ‘orfani’ moderati che, ad una cultura riconoscibile e seria, potrebbero aderire di slancio, impegnandosi e facendo la differenza.
Anche con questo rinnovato impegno, Rimini può affrontare questo delicato cambio di epoca. La nostra rete, costituita dalle associazioni di volontariato, dalla cooperazione sociale, dalle parrocchie e da tante persone che condividono gli stessi valori, è attiva da sempre e da sempre ha proposte ed idee. Oggi questo fermento deve in qualche modo essere propulsore di un nuovo e rinnovato impegno nella vita politica di alcuni di noi.
Non ho ancora visto il programma stilato dal PD di Rimini -che sarà approvato in Direzione lunedì prossimo- ma sono pronto, insieme ad altri, a contribuire per affrontare la crisi che stiamo vivendo e che rischiamo  duri a lungo. Dobbiamo ripartire da alcuni temi che la nostra gente ci presenta. Affrontare quindi la povertà che aumenta; ripartire con il Fondo per il lavoro attivato nel 2011 con le ACLI, Caritas e Parrocchie; ricostruire un link importante con l’Amministrazione che verrà, per affrontare insieme la sfida del post-Pandemia. Noi siamo pronti!