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Parla 'Scuola in presenza'

Il Consiglio di Stato ribadisce: chiusura scuole da motivare con dati certi

In foto: la protesta degli zaini
la protesta degli zaini
di Redazione   
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ven 2 apr 2021 12:00 ~ ultimo agg. 12:33
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Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello del Governo contro le istanze di richieste cautelari in due ricorsi di comitati della Rete Nazionale “Scuola in Presenza”.

“Il giudice – rendono noto i comitati aderenti alla Rete Nazionale “Scuola in Presenza”, promotori del primo ricorso al Tar – ribadisce l’obbligo per il Governo di riesaminare le norme che regolano la chiusura delle scuole, anche in zona rossa, motivandole con dati certi. I documenti scientifici presentati dalla Presidenza del Consiglio non supportano la tesi che le scuole siano grave fonte di contagio. Il Governo non ha saputo motivare in maniera razionale la priorità assegnata alla precauzione sanitaria a fronte della grave compressione del diritto all’istruzione“.

Il comitato riminese di “Scuola in presenza” ricorda che dal 7 aprile a Rimini, a fronte di soli 27mila bambini e ragazzi che potranno tornare in aula, quasi 106 mila adolescenti e universitari che sono dietro a uno schermo da più di un anno resteranno in Dad. Ricorda la referente riminese Stefania Montebelli: “il ricorso alla Dad è stato l’unico e più insistente provvedimento utilizzato per arginare in contagio, ma la novità di oggi grazie prima alle sentenze del Tar e oggi al Consiglio di Stato è che lo si è fatto senza addurre studi scientifici e dati. Il governo non può più ignorare la decisione dei giudici. Il grido di allarme a difesa delle future generazioni non può più restare inascoltato. Per il 10 aprile è in programma la manifestazione nazionale a Roma”.