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per loro arresti domiciliari

Botte ai vigili, gli aggressori rischiano anche l'accusa di calunnia

In foto: repertorio
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di Redazione   
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mar 12 gen 2021 14:04 ~ ultimo agg. 13 gen 08:53
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Ieri sono comparsi (da remoto, in collegamento video) davanti al giudice del tribunale di Rimini, Raffaella Ceccarelli, per l’udienza di convalida i due riminesi di 35 e 32 anni che sabato scorso hanno aggredito e ferito, per fortuna in maniera lieve, tre agenti della polizia Locale durante un controllo (vedi notizia). Minacce, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, queste le accuse nei loro confronti alle quali però rischia di aggiungersene un’altra, quella di calunnia.

I due riminesi hanno cercato di minimizzare l’accaduto, ma nel farlo avrebbero esagerato sostenendo che sull’auto notata dagli agenti per aver compiuto delle manovre spericolate in via Tiberio loro non c’erano, perché erano a piedi, a passeggio. Non hanno invece negato l’atteggiamento intimidatorio e aggressivo tenuto, ma lo hanno giustificato con un eccesso di irruenza dei vigili che, a loro dire, li avrebbero urtati con l’auto di servizio.

Dichiarazioni che rischiano di costare loro una ulteriore denuncia per calunnia. Il pm Davide Ercolani, infatti, ha annotato quanto dichiarato dagli arrestati e trasmesso gli atti al suo ufficio. Prima che terminasse l’udienza, i due amici hanno corretto in parte il tiro ammettendo di aver esagerato e chiedendo scusa. Un gesto che non è servito ad evitare gli arresti domiciliari in attesa del processo. 

Il 35enne, che era alla guida dell’Audi A6 al momento del controllo, difeso dall’avvocato Gianluca Tencati, deve rispondere anche del rifiuto di sottoporsi all’alcoltest. Inoltre, così come l’amico 32enne, assistito dall’avvocato Andrea Tura, è stato sanzionato perché senza mascherina.