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Tamponi rapidi, come funziona

Medici di base. Paolizzi: facciamo la nostra parte ma burocrazia ci schiaccia

In foto: Corrado Paolizzi
Corrado Paolizzi
di Andrea Polazzi   
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ven 20 nov 2020 17:37 ~ ultimo agg. 17:54
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Giovedì la Regione ha ufficializzato l’accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta per l’effettuazione dei tamponi rapidi. “I pazienti sintomatici continueranno a non andare dal medico ma ad essere seguiti dall’Ausl” – precisa il dottor Corrado Paolizzi a Tempo Reale spiegando come funzionerà il servizio. I medici di base, ad esempio, dovrebbero sottoporre a tampone rapido i contatti stretti dei casi covid, se asintomatici. “Si stanno individuando locali areati e grandi dove far accedere le persone – spiega – Noi a Rimini stiamo ragionando come gruppo, nel mio ad esempio siamo 21 medici. Si parla di una media di circa 10 tamponi a testa a medico. Individuati i locali sarà nostro compito prenotare le persone che hanno diritto al tampone“. “Noi medici – prosegue Paolizzi – diamo grande disponibilità ma ci troviamo purtroppo ad essere gravati da una burocrazia che ci rende il lavoro al limite del sopportabile“. Il dottore fa qualche esempio: “passiamo ore a cercare le dichiarazioni di quarantena oppure a studiare come far stare a casa i pazienti tra l’inizio dei sintomi e la dichiarazione di quarantena che spesso arriva in ritardo rispetto al fabbisogno del certificato di malattia“. Ma non solo. “Ci troviamo a gestire casi strani o particolari – aggiunge Paolizzi –: è capitato di avere un ragazzino positivo con la mamma posta in quarantena nell’ambito del tracciamento ma il babbo no. Ma io quel papà non lo posso mandare in giro. E queste diventano situazioni che dobbiamo gestire. Mi rendo conto che si tratta di disguidi ma non sono attività che possiamo gestire noi medici di base. Il nostro problema non è visitare le persone ma il carico burocratico che ci sta annichilendo” conclude.