Indietro
menu
appello a Petitti e Rossi

Campo eolico. Basta Plastica in mare: il progetto degli ex

In foto: uno dei rendering
uno dei rendering
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 3 nov 2020 12:48
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Nel giorno in cui si svolge l’audizione in Regione per il progetto dell’impianto eolico al largo di Rimini, l’associazione di promozione sociale Basta Plastica in Mare Network, da sempre contraria, torna sul tema. Lo fa per voce del suo presidente Manuela Fabbri che ripercorre la cronostoria, facendo nomi e cognomi di chi, a suo tempo, aveva dato il “la” all’ipotesi.

Giusto per sfatare il mito – scrive -, qui abbiamo tanti “padri certi”, anche se ampiamente superati da eventi e tecnologie avanzate: Marco Affronte ex eurodeputato, Maurizio Melucci ex consigliere regionale, Cesarino Romani ex assessore provinciale, Alberto Rossini ex assessore ed ex consulente provinciale e/o attualmente funzionario del Comune di Misano il cui sindaco è però contrario… E ci mancava, ma tranquilli è arrivato, un pezzo da novanta: l’ex Presidente di Provincia (1999 – 2009) Ferdinando Fabbri, detto Nando. Anch’egli si pronuncia. A che titolo non lo sappiamo. Perché è di Bellaria e gli piace il mare?”

Sono già passati 13 anni da quel 2007 in cui è nata la proposta, come fosse un secolo fa: giunta Nando Fabbri (DS, Margherita, PRC, Italia dei Valori, Verdi, Comunisti Italiani) che in quelle due legislature non si è distinta per atti ambientali incisivi. “A babbo morto” gli ex, come per incanto, si risvegliano per ribaltare i destini energetici d’Italia: secondo loro tutto il fabbisogno energetico dall’eolico offshore, anzi di più, dovrebbe essere prodotto dall’Adriatico che bagna la costa del Riminese, quasi fossero i mari glaciali del Nord. Detto questo, è d’obbligo che io renda merito a un membro del nostro direttivo, già sindaco, il quale mi dice sempre che preferisce tacere sulle scelte amministrative (che non gli appartengono) poiché è antipatico che gli ex diano giudizi non standoci dentro e non rappresentando più altri se non se stessi (bravo Alberto)”.

Viene poi citato il ruolo di Confindustria che si è detta favorevole all’impianto “Con Paolo Maggioli – scrive la Fabbri – e gli industriali sensibili al tema come Maurizio Focchi ed altri, avremmo voluto lavorare insieme, green economy e bandi europei, anche con la società per cui lavorano Affronte e Natalini. A maggior ragione ora che l’Europa ci dice come impiegare i tanti contributi del green deal. In impianti che producano energia rinnovabile, differenziata e diffusa: biogas, idrogeno green, solare e anche eolico, magari prendendo esempio da ciò che Alberto Bellini assessore all’ambiente, aveva realizzato vicino a noi, in quella Romagna che dovrebbe imparare a lavorare un po’ più assieme: a Forlì dal 2015 c’è un campo solare tra i primi in Italia!”.

Rispetto all’incontro di oggi: “E la seconda commissione attività produttive della Regione Emilia-Romagna che oggi 3 novembre, ha invitato in audizione, non i sindaci della costa attualmente eletti in rappresentanza dei cittadini, bensì i progettisti e Riziero Santi presidente della Provincia di Rimini. Noi associazione di promozione sociale, cittadini volontari sul campo, impegnati da subito con parere contrario – studiato, motivato, elaborato, confrontato – e formalmente protocollato in Capitaneria di Porto, non siamo stati sentiti mai sul tema, né dalla Provincia e neppure dalla Regione. Ma non abbiamo paura: conferenza dei servizi, valutazione di impatto ambientale e Ministero del Mare e dei Beni Culturali, i prossimi passi. L’importante è non incorrere nel pericolo in agguato: resistere alla strumentalizzazione della politica politicante dei vari schieramenti e/o dentro gli stessi partiti, così come un po’ di qua e un po’ di là invece si sta facendo. Noi siamo solamente col mare, di noi tutti”.

Un appello finale alle riminesi che hanno un ruolo in Regione:  “, alle quali ci appelliamo affinché difendano vocazione e identità culturale del nostro territorio dentro l’ente regione”.