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edifici ad energia positiva

Pale eoliche. Bologna: ci sono alternative "diffuse"

In foto: repertorio
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di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 30 set 2020 11:40 ~ ultimo agg. 11:41
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Una proposta alternativa alla pale eoliche. Ad avanzarla alle istituzioni è Margherita Bologna, ambientalista e autrice del progetto di gestione dei rifiuti Riciclo Totale. La Bologna ha inviato una lettera ai rappresentanti istituzionale del territorio partendo “dal presupposto che l’energia va prodotta in modo diffuso là dove necessita in modo da non gravare ulteriormente il territorio con strutture che occupano e penalizzano altri spazi“.
Secondo il World Resources Institute – prosegue – gli edifici sono responsabili di un terzo del consumo mondiale di energia e di un quarto delle emissioni totali di anidride carbonica. 
Per dare risposta alla sfida dei cambiamenti climatici occorre ripensare il modo in cui gli edifici  sono progettati mettendo al primo posto il criterio della sostenibilità ambientale. Quindi va stimolata la trasformazione degli edifici da consumatori a produttori di energia.  L’Europa è già leader mondiale nella tecnologia del fotovoltaico integrato in edilizia che  potrebbe divenire il prodotto edile del futuro. Anche in Italia il fotovoltaico integrato negli edifici, se sostenuto da politiche adeguate, può diventare l’elemento chiave della decarbonizzazione urbana.
 Le tecnologie fotovoltaiche  permettono la produzione di energia diffusa ovunque: nelle abitazioni private, nei capannoni industriali, negli uffici, nelle stazioni degli autobus, nelle autostrade,  nei trasporti ed anche, con i dovuti accorgimenti, in agricoltura”.
Nei paesi del Nord Europa ci sono già edifici definiti a “energia positiva” perché producono più energia pulita e rinnovabile di quanta ne consumano nell’intero ciclo di vita, dalla costruzione alla demolizione. Addirittura alcuni edifici funzionano come vere e proprie “centrali elettriche”  producendo più del doppio dell’elettricità consumata giornalmente e l’energia prodotta in eccesso è condivisa attraverso una microrete locale con costruzioni limitrofe, bus elettrici, macchine e quant’altro. Dal momento che  molti comuni della nostra Provincia vivono in gran parte sulle attività turistiche generate, direttamente o indirettamente, dalla risorsa mare, dopo la cementificazione intensiva della nostra costa questo capitale naturale  va tutelato da interventi tecnologici che alterano  il suo intrinseco valore, valore che è stato e continua ad essere il motore dello sviluppo della nostra economia“.