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Frisoni, Piscaglia e minoranza

Il "tesoro" sotto piazza Malatesta. Il progetto del Museo Fellini fa discutere

In foto: il cantiere di piazza Malatesta
il cantiere di piazza Malatesta
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 15 set 2020 13:02 ~ ultimo agg. 16 set 10:46
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I lavori fatti male purtroppo vanno rifatti“. A dirlo, ospite telefonico di Tempo Reale (Icaro), è il consigliere comunale di Patto Civico Davide Frisoni. Da presidente della commissione cultura, lunedì ha portato i colleghi in visita agli scavi di piazza Malatesta con la guida anche di alcuni storici locali.

Il giorno dopo quello che prevale nella sua voce è l’amarezza: il progetto per il Museo Fellini nella zona della piazza non contempla la valorizzazione dei tanti reperti rinvenuti nel corso degli scavi. “Si tratta di scavi ispettivi” precisa Frisoni “la sovrintendenza ha spiegato che per risalire ai reperti che vanno dall’epoca romana fino a quella rinascimentale bisognerebbe scavare da 2 a 5 metri.” Ma l’attuale progetto, finanziato dal ministero, non lo prevede e non è possibile modificarlo altrimenti si perderebbero le risorse. Eppure, anche solo con gli scavi ispettivi, si sono ritrovati resti dei bastioni del castello, dell’antico fossato, di una antica chiesa e anche un calidarium (una sorta di bagno turco di epoca romana). “A questo punto – allarga le braccia Frisoni – se ci interessasse veramente riportare alla luce questi ritrovamenti servirebbe terminare l’attuale progetto e poi iniziare un altro percorso al ministero.” Un iter sicuramente lungo con nuovi esborsi economici e la necessità di “risbancare” tutto nuovamente. “Un progetto più condiviso con la città, con gli storici e con la commissione cultura che presiedo – dice il consigliere – avrebbe permesso di definire anche un altro percorso finanziario. Si sarebbe messo un punto focale sulla questione archeologica e una parte delle risorse sarebbe quindi andata agli scavi e alla loro valorizzazione. Questo però non è stato fatto“. Davide Frisoni si dice pronto comunque a firmare la richiesta di un consiglio comunale tematico su piazza Malatesta annunciato dalla minoranza.

Da sempre noi dell’opposizione siamo decisamente contrari alla “fellinizzazione” di Piazza Malatesta e del Castello del Brunelleschi – scrive il consigliere Carlo Rufo Spinaora auspichiamo di trovare condivisione alla nostra visione tra le menti più indipendenti e illuminate del consiglio comunale“. L’occasione è storica e irripetibile”. Secondo Spina il progetto va bloccato per consentire indagini archeologiche più approfondite.

Non è una sorpresa per nessuno che anche nel sottosuolo di piazza Malatesta, cuore della città romana e di quella medievale, siano emersi ritrovamenti” – scrive l’assessore alla cultura del comune Giampiero Piscaglia, spiegando però che le decisioni spettano alla soprintendenza che non va “tirata per la giacchetta” ma lasciata libera di “agire nella sua autonoma sorveglianza e tutela, e alla quale va lasciato il tempo degli approfondimenti necessari”Se una cosa è apparsa chiara in molte delle considerazioni di ieri – prosegue l’assessore – è che non si può dire ‘apro e poi vedo cosa c’è, in modo arbitrario, anche perché questo approccio danneggerebbe le stratificazioni esistenti. Quello che è certo è che bisognerebbe ora andare ben oltre la pur legittima diatriba fra opposte fazioni, con la inevitabile dialettica dichiaratamente politica e persino buffa (un consigliere della Lega ha proposto di rifare il parcheggio delle auto in piazza Malatesta…) e con il nervosismo, questo si evitabile, con cui è stata condotta e chiusa la Commissione consigliare di ieri”. Piscaglia ricorda poi che la Soprintendente Annalisa Pozzi ha dato appuntamento alla prossima edizione del Festival del Mondo Antico, dal 14 al 17 ottobre, quando verrà illustrato il patrimonio storico e archeologico derivante dagli scavi effettuati in città.

La nota di Giampiero Piscaglia

“Gli scavi che sempre più frequentemente si realizzano nella nostra città consentono ogni volta di individuare ritrovamenti archeologici importanti, specie in una città che conserva, nel suo sottosuolo, ingenti stratificazioni storiche che l’hanno attraversata. Non è una sorpresa per nessuno che anche nel sottosuolo di piazza Malatesta, cuore della città romana e di quella medievale, siano emersi ritrovamenti, come di recente era avvenuto in Piazzetta San Martino, sotto il Cinema Fulgor, sotto il Teatro, sotto l’Istituto Leon Battista Alberti, sotto Palazzo Agolanti ex sede della Banca d’Italia, in via XX settembre appena oltre l’Arco d’Augusto, e poi con la necropoli in via Simonini e molti altri ancora. Sono proprio i lavori di rigenerazione urbana che hanno il merito di riportare alla luce ritrovamenti che altrimenti rimarrebbero sconosciuti. Quando questo avviene si ha la possibilità di studiare, documentare, fotografare, ricostruire informazioni che altrimenti non sarebbero state portate alla luce, ed è da questo momento che vengono incamerate e catalogate scientificamente le informazioni che solo gli archeologici possono fare e vengono quindi studiate tutte le possibili valorizzazioni di ciò che è venuto alla luce. Ciò che è avvenuto sotto il Teatro Galli è un esempio di valorizzazione, ma molte altre modalità possono essere pensate per valorizzare i ritrovamenti, da mostre di reperti a pubblicazioni, a possibili esposizioni in sito, a ricostruzioni virtuali, a conferenze divulgative… Tutto questo sta dentro le competenze e le funzioni assegnate alla Soprintendenza nella sua autorevole qualità di alta sorveglianza, è un lavoro scientifico, che le compete e le appartiene, quello che deve essere fatto quando avvengono ritrovamenti, non certo subordinato a un input politico.

Non si fa il bene della città e non si acquisiscono nuove conoscenze se in partenza ci si divide come si fa fra le curve di Milan Inter, Roma Lazio, è andata così tante volte come nel caso della ricostruzione del Teatro Galli, quando ci si volle dividere fra chi voleva una “colata di cemento” e chi voleva il Teatro com’era nei ricordi vissuti sulle ginocchia amorevoli del nonno. Probabilmente avrebbe vinto ugualmente il progetto all’italiana di Poletti con argomenti seri senza bisogno di creare caricature di mondi contrapposti. Noi non ci metteremo mai in difesa contro chi vuole conoscere e valorizzare quanto emerge negli scavi, siamo i primi a voler conoscere e valorizzare, parlano per noi l’esempio di come sono stati condotti gli scavi sotto il teatro Galli e quelli della Domus del chirurgo, fra gli altri. Quei ritrovamenti nella Piazza Malatesta non ci sarebbero se il progetto del Museo Fellini non li avesse messi alla luce e se il cantiere del Galli non avesse fornito indicazioni preziose anche su parte della piazza. Là, per la cronaca, dove per oltre mezzo secolo l’unica preoccupazione era trovare il posto auto e non certo la valorizzazione di beni archeologici o storici… Ciò per ribadire come la Soprintendenza, nella sua autonomia, deve compiere gli approfondimenti necessari e indicare il percorso. Al termine dei quali, come ogni volta, l’Ente pubblico assumerà le decisioni migliori per la città e la comunità, una sintesi di tutte le componenti in atto che, esempio migliore non potrebbe esserci perché lì a due passi, hanno portato alla realizzazione dell’area archeologica multimediale del Teatro Galli, nell’ambito dell’intervento per il suo restauro e rigenerazione. Non condivido la tentazione di tirare per la giacchetta la Soprintendenza che deve agire nella sua autonoma sorveglianza e tutela, e alla quale va lasciato il tempo degli approfondimenti necessari, ma se una cosa è apparsa chiara in molte delle considerazioni di ieri è che non si può dire ‘apro e poi vedo cosa c’è, in modo arbitrario, anche perché questo approccio danneggerebbe le stratificazioni esistenti. Quello che è certo è che bisognerebbe ora andare ben oltre la pur legittima diatriba fra opposte fazioni, con la inevitabile dialettica dichiaratamente politica e persino buffa (un consigliere della Lega ha proposto di rifare il parcheggio delle auto in piazza Malatesta…) e con il nervosismo, questo si evitabile, con cui è stata condotta e chiusa la Commissione consigliare di ieri. Ma la priorità è sempre di più la conoscenza e su questo, un appuntamento importante la Soprintendente Annalisa Pozzi lo ha dato alla prossima edizione del Festival del Mondo Antico, dal 14 al 17 ottobre prossimi, quando, in una serie di conferenze, verrà illustrato il patrimonio storico e archeologico derivante dagli scavi di una città come la nostra che da qualche tempo ha scavato molto, anche in seguito ai molti cantieri aperti. Cantieri per teatri, musei, piazze”.

 

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