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ancora dibattito su settimana rosa

Baby gang. Sacchetti (PD): no a populismo, ma percorsi seri di prevenzione

In foto: Filippo Sacchetti
Filippo Sacchetti
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 3 ago 2020 14:29
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Preoccupato dal fenomeno delle bande di giovanissimi che imperversano sul territorio, dalla costa all’entroterra il segretario provinciale del PD Filippo Sacchetti interviene per rilanciare un’azione condivisa e coesa tra politica e società civile per pensare nuovi progetti di prevenzione. Non rinuncia, però, Sacchetti ad una critica a Riccione e alla posizione del comune, che definisce “populista”, sulla Settimana Rosa.

Stralci del suo intervento

Il proliferare di baby gang ed episodi pericolosi a opera di ragazzini ci dicono che bisogna ripartire da capisaldi come la famiglia e lo Stato. La politica si faccia responsabile di un disagio che va affrontato con azioni condivise convocando tutte le forze sociali, le istituzioni, l’associazionismo e le parrocchie per mettere sul tavolo le nuove fragilità e soluzioni al passo con i tempi. Basta populismi, sia su questo tema che sulla Settimana Rosa. Le tante rapine compiute da gruppi di minorenni a Riccione, la corda tesa in strada a Santarcangelo che sarebbe potuta finire in tragedia, qualche aggressione e vandalismo in spiaggia: il post emergenza da Coronavirus ci sta mettendo purtroppo a confronto con una realtà sociale che deve far riflettere, va interpretata e affrontata mettendo in campo nuove strategie e risposte ai bisogni delle persone. E’ necessario innanzitutto ripensare il concetto di welfare. Oggi più che mai, in un momento in cui le condizioni economiche creano ulteriori difficoltà e disagi a persone che non trovano risposte concrete e si sentono più smarrite rispetto al futuro. Un quadro che non giustifica però il proliferare di episodi di baby gang di questo inizio stagione in località su cui d’estate si accendono i riflettori nazionali e internazionali. Ancor più in una settimana come quella che si apre oggi, la Pink Week. Situazioni che diventano terreno fertile per il populismo all’insegna del “so io cosa ci vorrebbe” e del “pene certe e severe”, per il dito puntato contro forze dell’ordine che si fanno in quattro notte e giorno per contrastare quello che è un problema di sicurezza urbana, dimenticandosi (o fingendo di farlo) che questa delinquenza è per lo più opera di minorenni che vanno presi per mano ed educati nei tempi e nei termini giusti. Un populismo cui assistiamo purtroppo anche sulla Settimana Rosa, con sparate sul blocco di treni e autobus quasi da regime quando bisognerebbe compattarsi tutti e lavorare insieme a una edizione in sicurezza che diventi la cartolina del rilancio turistico post emergenza Covid-19. E’ la politica che deve prendersi cura di farlo, stando al passo con i tempi e intercettando i mutamenti della società e dei suoi bisogni. Investendo in ragionamenti di lungo raggio con azioni amministrative concrete che – partendo dalla scuola e da attività educative e socializzanti che prevengano il disagio giovanile – favoriscano processi di prevenzione a favore delle famiglie. E investendo risorse fisiche ed economiche per sostenere e implementare le politiche giovanili. Convochiamo quindi a settembre le forze sociali, le istituzioni, l’associazionismo, le parrocchie e facciamo il punto della situazione mettendo al centro le nuove fragilità e le nuove soluzioni. Dobbiamo pensare a servizi flessibili nell’ambito della scuola, ma anche del tempo libero dei nostri ragazzi, a strumenti in grado di dialogare, stimolare creatività e recepire le preoccupazioni di una generazione che ha tutto il diritto di essere preoccupata.