Indietro
menu
Le perplessità dell'associazione

Turismo, rimborsi al posto dei voucher. Federconsumatori: non per tutti però

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 lug 2020 18:21
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

È di ieri la notizia dell’approvazione della legge di conversione del DL Rilancio, che apre le porte ai rimborsi in luogo dei voucher. Federconsumatori però esprime perplessità sul provvedimento ritenuto non in linea con quanto indicato dall’UE. “Il regolamento europeo – si legge in una nota – prevede, infatti, l’obbligo di rimborsare i biglietti entro 7 giorni dalla cancellazione. In molti casi, invece, stando alle nuove disposizioni i cittadini dovranno aspettare il termine previsto prima di rientrare in possesso di quanto speso, che può arrivare, a seconda dei casi, a 12 o 18 mesi. Una grave criticità, a maggior ragione nella fase delicata come quella che le famiglie stanno attraversando a causa delle conseguenze economiche determinate dalla pandemia, in cui sarebbe importante rientrare al più presto in possesso delle somme”. Secondo l’associazione il DL Rilancio “non mette il Paese al riparo dalla possibile sanzione derivante dalla procedura di infrazione”. Resta aperta poi aperta la questione “relativa ai possibili fallimenti e procedure di insolvenza di vettori o operatori turistici che mettono a rischio il rimborso dei voucher. In tal senso il Parlamento ha predisposto un fondo dedicato, con una dotazione di 5 milioni di Euro per il 2020 e 1 milione per il 2021. Fondo per il quale è necessario un decreto attuativo che ne disciplini i criteri e le modalità di attuazione, che va approvato entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge. È specificato nel testo che: “L’indennizzo è riconosciuto nel limite della dotazione del fondo […]”, quindi molti cittadini potrebbero risultare esclusi dallo stesso. Inoltre, non essendo meglio specificato, il rimborso si limita ai voucher emessi in relazione a prestazioni offerte da “vettori o operatori turistici”, rischiando di escludere, adottando una interpretazione eccessivamente restrittiva, ad esempio le strutture ricettive”. “Ci aspettiamo – conclude Federconsumatori – che, nel decreto attuativo, tali criticità vengano risolte e chiarite”.