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il caso

Albergo resta chiuso per l'emergenza Covid-19, il giudice sospende l'affitto

In foto: repertorio
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di Lamberto Abbati   
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mar 26 mag 2020 00:59 ~ ultimo agg. 27 mag 10:45
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E’ stato costretto a chiudere l’hotel preso da poco in gestione a causa dell’emergenza coronavirus ma, nonostante l’impossibilità a lavorare, il proprietario della struttura ricettiva ha preteso comunque il pagamento del canone di locazione per intero, così come pattuito prima della pandemia. Invece, il giudice del tribunale di Rimini, sezione civile, Silvia Rossi, ha stabilito con decreto d’urgenza, datato 25 maggio, la sospensione dell’affitto, accogliendo così il ricorso del gestore, una nota albergatrice riminese, assistita dall’avvocato Massimiliano Angelini del Foro di Rimini. Tutto rinviato fino al prossimo 5 giugno, giorno in cui è stata fissata la discussione dell’udienza.

Nel dicembre scorso l’albergatrice prende in gestione un hotel a Marina Centro stipulando un contratto di affitto di azienda. Alla stipula del contratto versa subito un primo assegno, mentre gli altri cinque li rilascia con scadenze a seguire (la prima a fine maggio) a garanzia del pagamento del canone annuale.

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo scoppia l’emergenza coronavirus. Il Paese si ferma e l’albergatrice è costretta a chiudere la struttura. Impossibile, quindi, per il gestore onorare gli impegni presi prima dell’emergenza. Il titolare però non concedi sconti e si dice pronto ad incassare interamente la cifra riportata sul primo dei cinque assegni. Un’ingiustizia, secondo l’albergatrice, che si rivolge all’avvocato Angelini.

Il legale presenta ricorso d’urgenza e il giudice riconosce le ragioni della ricorrente, riscontrando “l’impossibilità sopravvenuta di pagare regolarmente il canone pattuito a fronte della chiusura forzata per i mesi di marzo-maggio causata dall’emergenza sanitaria tuttora in corso”. Il giudice non solo sospende l’incasso dell’assegno datato 31 maggio, ma congela anche i restanti fino al pronunciamento definitivo.