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Gap digitale

Scuola in emergenza. Tablet e pc, il comune in soccorso in casi di necessità

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 6 apr 2020 13:37
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Tra i settori più colpiti dall’emergenza virus c’è sicuramente quello della scuola costretto ad una vera e propria rivoluzione. Cambiamenti che stanno toccando migliaia di famiglie, direttori didattici, insegnanti e anche enti locali. Col passaggio alla didattica online, pc, tablet e smartphone sono diventati oggetti contesi tra genitori che lavorano da casa e figli impegnati in lezioni sulle piattaforme web. In casi di particolare necessità segnalati dai direttori didattici, il comune di Rimini sta intervenendo con aiuti mirati portando a casa di chi ha più bisogno, Pc (recuperandoli tra quelli non utilizzati, consegnandoli in comodato d’uso per il periodo dell’emergenza) o materiale didattico, come fotocopie o cancelleria, mettendo a disposizione risorse e personale comunale.

Tra i casi di particolare emergenza segnalati dalle scuole, quello ad esempio arrivato dalla zona di Rimini sud nel fine settimana: un solo genitore, rimasto in cassa integrazione, con due figli da mantenere e seguire, anche per i compiti, quando la priorità è però diventata cercare un lavoro o un aiuto per mettere insieme pranzo e cena. Oppure una famiglia numerosa della zona nord con il padre che lavora da casa, e un solo computer da dover condividere con i figli, mentre la madre sta seguendo a domicilio la nonna anziana.

Sono tutti casi segnalati dalle scuole – spiega l’assessore Mattia Morolli, che ci chiamano su segnalazione degli insegnanti o degli altri genitori della classe, preoccupati per le mancate connessioni di compagni. Come un’altra famiglia numerosa, già nota, i cui figli non stanno seguendo le lezioni programmate online, perché i genitori non sono nelle condizioni di seguirli, non solo a livello tecnologico“.

Si tratta – ribadisce – di interventi su singole situazioni di emergenza. Storie al limite, certo, e numeri fortunatamente ridotti, su cui però non potevamo voltarci dall’altra parte. Anzi, è sopratutto in momenti come questi che il diritto allo studio deve intervenire per colmare gap antichi e nuovi, come il digital divide, garantendo a tutti la stessa possibilità di studio e preparazione scolastica. Un diritto che passa dalla soddisfazione di bisogni basilari, come il possesso degli strumenti tecnologici adeguati, ma anche da quelli intellettuali e didattici, come supporti e formazione alle insegnanti, sui quali stiamo già ragionando insieme a responsabili didattici e coordinatori pedagogici. Un passaggio non facile che può contare però sulla grande disponibilità di direttori didattici,docenti, personale, famiglie ed alunni, a cui va il mio ringraziamento“.