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C'è anche incubo concessioni

Per i bagnini aprire è "una scommessa". Vanni: serve patto sociale col pubblico

In foto: Un bagnino al lavoro
Un bagnino al lavoro
di Andrea Polazzi   
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mer 8 apr 2020 13:53 ~ ultimo agg. 16:18
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Sicuramente sarà una stagione difficilissima ma noi ci faremo trovare pronti. Ci vorrà però un patto sociale tra pubblico e privato.” A dirlo è il presidente della Cooperativa Bagnini Rimini Sud Mauro Vanni ai microfoni di Tempo Reale spiegando come si prospetta la stagione 2020 alla luce dell’emergenza coronavirus.

Vanni, operatore balneare, spiega che solo per aprire la sua attività si devono mettere in conto tra i 50 e i 60mila euro senza contare personale e consumi. “Aprire quest’anno è una scommessa – dice – che noi operatori turistici dobbiamo fare. La Riviera deve essere pronta ad accogliere i turisti. Le istituzioni però devono impegnarsi affinché i costi di queste aziende vengano distribuiti negli anni e tra la collettività. Parlo ad esempio del servizio di salvataggio o dello spianamento delle dune sulla spiaggia. Tutti, pubblico e privato, dobbiamo fare sinergia e scommettere su questa stagione anche se sarà in perdita“.

Vanni evidenzia anche il fatto che i balneari al momento sono imprenditori “senza futuro” perché a dicembre scadono le concessioni. “I rischi che io mi accollo ora – dice – probabilmente non avrò il tempo di ammortizzarli negli anni. Sarà difficile anche ottenere prestiti dalle banche.

E a poco servirà per i bagnini l’idea d-i Gnassi di traslare ad ottobre alcuni eventi. “Noi ad ottobre non facciamo redditività, dobbiamo aspettare il prossimo anno.” conclude Vanni