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Dubbi su un documento

Tamponi agli operatori sanitari. I sindacati: quando si parte?

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 23 mar 2020 19:33
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Fp Cgil, Cisl Fp e UilFpl chiedono chiarimenti alla Regione su quando partirà la campagna di tamponi a tutti gli operatori sanitari annunciata dal presidente Bonaccini sei giorni fa su Rai3. “Stiamo ancora aspettando – scrivono le parti sociali – che qualcosa si muova, mentre cresce la nostra preoccupazione per la salute di chi lavora e cresce anche la tensione del personale delle Aziende sanitarie per la poca chiarezza con la quale vengono gestite le situazioni dopo lo sviluppo di nuove positività”.
I sindacati chiedono anche chiarimenti su un documento inviato dalla Regione alle Aziende “che contiene – scrivono – a nostro avviso un grave errore di lettura e una grave contraddizione della normativa vigente. L’indicazione che viene fornita è di far andare al lavoro il personale Covid positivo nel caso sia asintomatico.

Cgil, Cisl e Uil citano anche il secondo capoverso a pagina 2: “Test per screening: tampone per screening periodico con cadenza quindicinale a tutti gli OS operanti in aree covid-19 al fine di definire le dimensioni delle forze lavoro in campo, nell’ottica di proporre, su base volontaristica, la ripresa del lavoro ai soggetti positivi ma asintomatici”.

I sindacati ricordano che “l’art 7 del D.L. 9 marzo 2020 n.14 “Speranza” dice che gli operatori sospendono l’attività nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per COVID-19.
Inoltre, nel documento mandato alle Ausl, si dovrebbe modulare differentemente la tutela della salute degli operatori del S.S.R. a seconda che siano in zone ad elevata, moderata o massima diffusione, effettuando, in maniera differenziata, i tamponi sia per numero che per tempi“.
Sono passaggi – spiegano – che richiedono chiarimenti immediati, perché vorremmo capire la paternità di una scelta per noi assolutamente incoerente e contraria alla tutela della salute e alla normativa vigente. Di conseguenza, si rende necessario un incontro per ridefinirne i contenuti“. I sindacati parlano di “poca lucidità” “in un periodo molto complesso nel quale la questione primaria della salute del personale sanitario, evidenziata ormai da tutti, rappresenta la centralità della lotta a questa emergenza. Dalla Regione Emilia-Romagna ci aspettiamo un costante confronto con le rappresentanze dei lavoratori, non indicazioni unilaterali. Non ci tireremo indietro di fronte alla salute di chi lavora e di chi usufruisce dei servizi così come non lo stiamo facendo a livello nazionale“.