Ponte Verucchio e briglia. Ambientalisti: evitare errori del passato
Sui lavori di ripristino del Ponte Verucchio e della briglia a valle il Coordinamento delle associazioni ambientaliste riminesi, che già prima delle ultime complicazioni si era espresso sugli interventi in programma, ha scritto una lettera al Presidente della Provincia, Riziero Santi, ed a tutte le Istituzioni ed Enti interessati, compresa l’assessore regionale alla Difesa del suolo Paola Gazzolo, una lettera con valutazioni e proposte. Nella lettera c’è anche la richiesta di un incontro urgente, in relazione alla progettazione degli interventi previsti per dare soluzione alle criticità idrauliche ed ambientali del tratto di fiume Marecchia fra Ponte Maria Maddalena e Villa Verucchio. Del coordinamento fanno parte ANPANA Rimini, dnA Rimini, Fare Ambiente, Fondazione Cetacea, Italia Nostra Rimini, Legambiente Valmarecchia, L’Umana Dimora, WWF Rimini
Le associazioni – si legge nella sintesi della lettera – ritengono certo urgenti e prioritari i lavori per il ripristino della viabilità fra i due lati della valle. Per l’intervento su ex briglia sottolineano però la necessità di cogliere l’occasione per impostare una progettazione complessiva più avanzata che vada al di là dello stretto problema briglia/ponte e avvii invece a soluzione l’insieme di criticità che caratterizzano tutto il nodo idraulico del tratto di fiume tra Ponte Santa Maria Maddalena e Villa Verucchio e contempli contestualmente adeguate misure di mitigazione dell’opera, anche con il ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica
Il tratto di fiume di cui sopra risulta infatti molto delicato e mostra come le scelte del passato, come certe regimazioni e interventi di canalizzazione dell’alveo, lascino oggi situazioni di criticità e degrado che hanno gravemente compromesso l’assetto idrologico e ambientale del territorio.
La stessa realizzazione della vecchia briglia oltre 30 anni fa, da parte del Consorzio di Bonifica, ha finito per aggravare – secondo autorevoli pareri – una situazione già gravissima, determinata dalle escavazioni in alveo degli anni 70/80. Il risultato è stato infatti un accumulo di depositi solidi a monte, ma l’assottigliamento a valle del materasso alluvionale, con progressiva incisione dell’alveo.
Sono errori che non vanno ripetuti, occorre affrontare le criticità del fiume con una visione organica e non settoriale del suo assetto idraulico, con le pratiche ed i metodi elaborati e proposti con chiarezza nel Piano di azione del Contratto di Fiume, frutto di un percorso partecipativo che ha coinvolto tutte le Comunità di vallata, nel quale si propone per l’area di Ponte Verucchio una sperimentazione pilota per risolvere le criticità idrauliche di questo tratto di fiume. E tra gli obiettivi indicati ci sono : il ripristino della funzionalità idraulica ed ecologica del fiume”, … la riattivazione del “…trasporto solido di fondo, la “riduzione e il riequilibrio del processo d’incisione ed erosione del tratto a valle”.
Inoltre sul F. Marecchia i tanti interventi di sbarramento, escavazione, regimentazione e modifica dell’alveo avvenuti nel tempo hanno prodotto decrementi demografici ed estinzioni di molte specie ittiche”.
Le Associazioni ambientaliste chiedono che “con la progettazione dei nuovi interventi si preveda anche la progressiva rimozione di tali sbarramenti attraverso semplici e ormai conosciute tecniche di ingegneria naturalistica in grado di coniugare le esigenze ecologiche e biologiche del corso d’acqua con le necessità di difesa del territorio.
Gli ambientalisti invitano perciò la Provincia e tutte le Istituzioni interessate” a valutare con attenzione le considerazioni e richieste avanzate ed a coinvolgere nella ricerca e progettazione degli interventi più idonei il Tavolo tecnico del Contratto di fiume Marecchia e le Strutture tecniche regionali”.
E chiedono al Presidente della Provincia un incontro urgente per un confronto sulle soluzioni che si stanno definendo.