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Intervista

Dehors: "troppa incertezza per gli imprenditori". La testimonianza

In foto: il dehor dell'Antica Cafeteria di piazza Tre Martiri
il dehor dell'Antica Cafeteria di piazza Tre Martiri
di Redazione   
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ven 31 gen 2020 16:39 ~ ultimo agg. 1 feb 11:39
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La vicenda Dehors continua a tenere banco a Rimini dove nei giorni scorsi c’è stato un nuovo incontro tra l’amministrazione comunale e la soprintendenza. Presto si potrebbe rimettere mano al regolamento scritto nel 2016 e in base al quale molti locali del centro storico si sono dotati di dehors. Il sovrintendente Cozzolino ha spiegato al Resto del Carlino che saranno individuate aree in cui escluderli ed altre in cui dovranno essere smontati nel periodo invernale. Una situazione di incertezza insostenibile per gli imprenditori ci ha spiegato Loris Cerbara dell’Antica Cafeteria di piazza Tre Martiri una delle prime a realizzare il dehor sulla scorta del regolamento di appena quattro anni fa.

Un primo investimento da 36mila euro a cui ha fatto seguito un secondo da 24mila quando nel 2018 ha chiesto il rinnovo del permesso ma gli è stato detto di ridimensionare la struttura da 60 a 45 metri. “Ho dovuto presentare un nuovo progetto – racconta Cerbara – anche se una decina di metri in più non cambiavano l’impatto. Ho dovuto tagliare la struttura perché non è modulabile. Inoltre sono stato costretto a lasciare a casa i quattro collaboratori che avevo assunto quando ho realizzato il primo dehor“. E nel 2020 il permesso è nuovamente in scadenza. “Leggo cose sui giornali che sono devastanti – dice –, noi imprenditori non riusciamo a capire cosa dobbiamo fare. Io capisco che i monumenti siano da tutelare, ma serve il buon senso: prima un sovrintendente ti dice che puoi fare una cosa e poi ne arriva un altro che la pensa diversamente. Ma i dehors ci sono in tutta Italia.”Rimini con questa amministrazione si è riaccesa e questo provvedimento rischia di distruggere tutto.” Cerbara annuncia anche che molti riminesi si vogliono mobilitare per salvare i dehors allestire una raccolta firme contro la decisione della sovrintendenza.