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in manette un 26enne

Riempita di botte dal compagno, lo fa arrestare grazie ad un "pizzino"

In foto: la caserma dei carabinieri di Riccione
la caserma dei carabinieri di Riccione
di Lamberto Abbati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 12 dic 2019 18:26 ~ ultimo agg. 13 dic 15:42
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Veniva sistematicamente riempita di botte, ma nonostante le percosse subite non riusciva a trovare il coraggio di denunciarlo. Almeno fino a lunedì scorso. Una 43enne originaria di Bologna ma residente a Sant’Andrea in Besanigo, stanca di essere picchiata e umiliata da quel compagno molto più giovane di lei, un 26enne egiziano, che la costringeva a stare ormai segregata in casa, lo ha fatto arrestare dai carabinieri della Compagnia di Riccione, ai quali ha chiesto aiuto tramite un “pizzino”.

Secondo quanto ricostruito dai militari del Nucleo operativo radiomobile, lunedì scorso la donna convince il compagno manesco a lasciarla finalmente uscire di casa con la scusa di prelevare dei contanti in banca. Non da sola, però. Infatti l’egiziano l’accompagna. Con sé ha una pistola calibro 6.35. Una volta arrivati alla Bper di viale Dante a Riccione, la 43enne entra nell’istituto di credito, mentre lui rimane ad aspettarla fuori. Fingendo di avere il cellulare scarico, chiede ad un dipendente della banca di poter fare una chiamata urgente da un telefono fisso. Per un minuto sfugge allo sguardo del suo “carceriere” e si mette in contatto con un familiare, avvertendolo che il suo compagno è armato: “Ho paura, ha una pistola. Avverti i carabinieri. Sono alla Bper di viale Dante”, questo più o meno il contenuto della telefonata.

E infatti nel giro di pochi minuti una pattuglia arriva sul posto proprio mentre la donna esce dalla banca. I militari notano i vistosi lividi al setto nasale e agli zigomi, di fianco a lei c’è il nordafricano. La coppia viene separata per essere controllata e in quel momento la donna mette nelle mani di un carabiniere un bigliettino con su scritto: “Aiuto”. Intuita la gravità della situazione, i militari conducono entrambi in caserma per accertamenti. Ma prima perquisiscono il 26enne trovandolo in possesso di un bossolo e, successivamente, la sua auto, una vecchia Fiat 500 dalla quale spunta la pistola con matricola abrasa, accuratamente nascosta nella scatola del cambio.

Lontano dal compagno manesco e rassicurata dai carabinieri, la donna ammette i numerosi episodi di violenza subiti, riuscendo finalmente a far crollare quel muro di paura che le aveva sempre impedito di denunciare il 26enne egiziano, che due settimane prima era stato vittima di un brutale pestaggio da parte dell’ex marito della 43enne, venuto a conoscenza delle botte a cui era soggetta la sua ex consorte (vedi notizia).

Il nordafricano è stato arrestato per detenzione illegale di armi, ricettazione e maltrattamenti in famiglia. La donna, invece, trasferita all’ospedale Ceccarini di Riccione per accertamenti, è stata dimessa con una prognosi di 30 giorni per fratture al setto nasale, ad una costola e a un dito.