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Analisi Camera di Commercio

L'economia rallenta la Cassa Integrazione accelera (+24%)

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 6 minuti
gio 19 dic 2019 16:13 ~ ultimo agg. 16:44
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Lo scenario generale di incertezza ha determinato, nei primi dieci mesi dell’anno, un rallentamento dell’economia provinciale, con performance comunque positive in diversi settori. In lieve calo la numerosità delle imprese attive ma con un buon dinamismo del settore edile che segna un incremento dell’1,8% del volume d’affari, aumentano le vendite del commercio al dettaglio ma solo grazie alla crescita della grande distribuzione mentre i piccoli negozi sono in sofferenza. Bene le esportazioni, benino il turismo con un lieve aumento delle presenze. Tra le note negative vanno sottolineate i rallentamenti del manifatturiero (produzione, fatturato e ordinativi) e le problematiche strutturali del comparto agricolo (aggravate da fenomeni meteorologici avversi e dagli attacchi alle colture di parassiti). Per quanto riguarda la forza lavoro, la provincia di Rimini si attesta nel mezzo tra il dato regionale e quello italiano: la disoccupazione è al 7,8% contro il 5,5 dell’Emilia Romagna e il 10,2 dell’Italia. Nei primi sei mesi del 2019 si registra anche un saldo negativo tra rapporti di lavori attivati e cessati (-207). Aumenta il ricorso alla cassa integrazione con oltre un milione di ore autorizzate nei primi 10 mesi dell’anno (+23,9%). Aumenta in particolare la Cassa Integrazione Straordinaria (+60,7%). Tra i settori il più in difficoltà è quello manifatturiero mentre cala la cassa nelle costruzioni. Alla voce credito fa sorridere il ridimensionamento dell’incidenza delle sofferenze bancarie sui prestiti totali (7%), anche se ancora superiore al dato regionale e nazionale. Crescono i prestiti alle famiglie, diminuiscono però quelli alle imprese (-1,7%) ed in particolare quelle più piccole (-5,9%). Per quanto riguarda gli scenari futuri, dopo un ottimo 2018, il 2019 vedrà un importante rallentamento del valore aggiunto provinciale con una lieve ripresa attesa per il 2020. Almeno nelle previsioni.

i dati aggiornati sull’economia della provincia di Rimini

Lo scenario generale di incertezza ha determinato, nei primi dieci mesi del 2019, un rallentamento dell’economia provinciale, con performance comunque positive in diversi settori. Stabile il numero delle localizzazioni e in lieve calo la numerosità delle imprese attive, dinamismo del settore edile (confermato dall’incremento del volume d’affari), aumento delle vendite del commercio al dettaglio nel comparto della grande distribuzione, incremento delle esportazioni nei primi nove mesi dell’anno, moderata crescita delle presenze turistiche e ridimensionamento dell’incidenza delle sofferenze bancarie sui prestiti totali. Tra le note negative vanno sottolineate i rallentamenti delle variabili congiunturali del manifatturiero (produzione, fatturato e ordinativi), le problematiche strutturali del comparto agricolo (aggravate da fenomeni meteorologici avversi e dagli attacchi alle colture di parassiti non autoctoni), la contrazione dei prestiti alle imprese e un rilevante incremento delle ore di cassa integrazione straordinaria.

Nel complesso, gli scenari, predisposti da Prometeia e aggiornati ad ottobre, indicano una crescita a consuntivo per il 2018 sostenuta (superiore a quella media regionale). Per il 2019 prevedono un incremento del valore aggiunto provinciale più contenuto rispetto alla variazione registrata nel 2018 ma in ripresa nel 2020

I dati in dettaglio

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31/10/2019, è costituito da 34.257 imprese attive (sedi), in diminuzione, seppur lieve, dello 0,4% rispetto al medesimo periodo del 2018; l’imprenditorialità è molto diffusa: 101 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Più della metà (il 52,5% del totale delle imprese attive) sono imprese individuali, mentre le società di capitali, pari al 20,7% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 92,4% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da aziende con meno di 10 addetti.

In flessione il numero delle imprese artigiane (9.554 unità al 30/9/2019; -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2018), così come decresce il numero delle imprese cooperative (282 unità al 31/10/2019; -5,4% annuo).

Le start-up innovative al 2/12/2019 risultano 114 (il 12,1% delle start-up regionali), in aumento rispetto a dicembre 2018 (+4,6%).

Riguardo ai principali settori, al 31/10/2019 si contano 2.475 imprese agricole attive, in diminuzione dell’1,4% rispetto al medesimo periodo del 2018. In flessione anche le imprese del comparto Pesca e acquacoltura (200 unità, -2,9%). Nel mercato ittico all’ingrosso di Rimini, nel periodo gennaio-ottobre 2019, si rileva un incremento delle quantità commercializzate (+9,5% sul medesimo periodo del 2018) e una crescita del valore del pescato (+4,6% rispetto al medesimo periodo del 2018). Nei primi 10 mesi dell’anno, il valore del pescato ammonta a 8,5 milioni di euro.

I dati relativi all’indagine congiunturale Unioncamere Emilia-Romagna, al 3° trimestre 2019, mostrano risultati negativi per gli indicatori dell’industria manifatturiera: rispetto al 3° trimestre 2018, infatti, si assiste ad un decremento della produzione (-2,4%) e del fatturato (-1,0%), mentre la dinamica degli ordinativi risulta sostanzialmente stabile (-0,2%). La variazione della produzione media degli ultimi 12 mesi (rispetto ai 12 precedenti) è pari al -0,4%. Dal punto di vista strutturale, al 31/10/2019, si rileva una diminuzione tendenziale (-1,7%) della consistenza delle imprese manifatturiere attive, che si attestano sulle 2.544 unità.

Per il settore delle costruzioni si riscontra un lieve decremento nel numero delle imprese attive (4.851 al 31/10/2019, -0,5% annuo). In aumento, invece, il volume d’affari: +1,8% nel 3° trimestre del 2019, rispetto ad analogo periodo del 2018, con prevalenti aspettative di stabilità per il quarto trimestre (fonte: indagine congiunturale di Unioncamere Emilia-Romagna).

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel 3° trimestre 2019, rispetto al medesimo periodo del 2018, sono stabili (+0,1%); le performance sono differenti sia per quel che riguarda i vari comparti (alimentare: +1,0%, non alimentare: -0,8%, supermercati/iper: +4,3%) sia per quanto concerne la dimensione (piccola distribuzione: -0,5%, media distribuzione: -2,2%, grande distribuzione: +2,3%). In termini di numerosità, invece, risultano in calo le imprese attive del commercio al dettaglio (4.961 aziende al 31/10/2019, -2,2%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), che conta 8.706 imprese al 31/10/2019 (-1,9% rispetto al 31/10/2018).

In aumento l’export nei primi nove mesi del 2019 (1.991 milioni di euro, +4,2% rispetto ad analogo periodo 2018). La dinamica crescente è dovuta soprattutto al buon andamento delle esportazioni dei mezzi di trasporto (+63,4%), in particolare delle navi e imbarcazioni (+68,2%, 97,8% dell’export del settore); tra i principali settori, positive anche le dinamiche dei prodotti in metallo (+17,2%) e dei prodotti alimentari (+5,9%), mentre risultano negative quelle del tessile-abbigliamento (-6,5%), dei macchinari (-1,1%), degli apparecchi elettrici (-6,2%) e degli articoli in gomma e plastica (-5,8%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 53,6% del totale dell’export provinciale) crescono dell’1,9%, grazie soprattutto alle positive performance nei confronti del Regno Unito (+29,4%); in crescita anche le altre macro aree di destinazione maggiormente significative per incidenza dell’export, ad eccezione dei Paesi Europei non UE (-8,7%): America settentrionale (+3,7%), Asia Orientale (+12,3%) e America centro-meridionale (+38,2%). Le importazioni provinciali, nel complesso, risultano invece in calo (762 milioni di euro nel periodo gennaio-settembre, -2,6% annuo).

Le imprese attive dei servizi di alloggio e ristorazione (4.751 unità al 31/10/2019) sono in lieve aumento rispetto al 31/10/2018 (+0,4%). Nel periodo gennaio-ottobre 2019, rispetto ai primi dieci mesi dell’anno precedente, il movimento turistico presenta dati in crescita sia riguardo agli arrivi totali (+1,6%) sia in merito alle presenze complessive (+0,3%). Nel dettaglio, la dinamica dei turisti stranieri (+4,8% di arrivi, +1,5% di presenze) risulta migliore di quella dei turisti italiani (+0,8% di arrivi, -0,1% di presenze). A livello ricettivo, sono in aumento le presenze nelle strutture alberghiere (+0,5%), dove si concentra ben il 93,3% delle presenze complessive, e in calo nelle strutture complementari (-3,1%). In diminuzione, inoltre, il volume d’affari del settore turistico nel 3° trimestre dell’anno in corso (-2,2% rispetto allo stesso trimestre del 2018) in base alle rilevazioni congiunturali di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in flessione del 3,5% su base annua (611 unità al 31/10/19), analogamente alla dinamica del settore nel suo complesso (979 unità, -2,2%). Positivi, invece, i dati sul movimento passeggeri all’aeroporto Fellini: +25,7% di arrivi e +26,2% di partenze nel periodo gennaio-ottobre 2019, rispetto al medesimo intervallo del 2018.

I dati ISTAT Forze di lavoro relativi al 2° trimestre 2019, elaborati dal sistema camerale Emilia-Romagna (media mobile degli ultimi 4 trimestri), rilevano per la provincia di Rimini:

– un tasso di attività 15-64 anni (73,6%) inferiore al dato regionale (74,4%) ma superiore a quello nazionale (65,6%);

– un tasso di occupazione 15-64 anni (67,6%) più basso rispetto al dato regionale (70,2%) ma migliore di quello nazionale (58,8%);

– un tasso di disoccupazione 15 anni e più (7,8%) più alto della media regionale (5,5%) ma inferiore alla media nazionale (10,2%);

– un tasso di disoccupazione giovanile 15-24 anni (21,5%) maggiore di quello dell’Emilia-Romagna (17,1%) ma più contenuto del dato Italia (31,2%).

I dati “destagionalizzati” SILER, elaborati dall’Agenzia Regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna riportano, per il secondo trimestre 2019 (rispetto al trimestre precedente), un decremento sia delle attivazioni di lavoro dipendente (-1,0%) sia delle relative cessazioni (-1,4%); il saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati) del secondi trimestre è negativo (-207 posizioni lavorative). Il 77,5% delle attivazioni è a tempo determinato.

Sul fronte della Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-ottobre 2019, risultano autorizzate 1.086.614 ore, con un sensibile incremento rispetto ad analogo periodo 2018 (+23,9%). In forte aumento il ricorso alla CIG Straordinaria (+60,7%), mentre si riduce lievemente la CIG Ordinaria (-1,7%); crescono in maniera decisa le ore autorizzate nel manifatturiero (+78,0%), diminuiscono quelle relative alle attività di costruzioni (-29,6%) e commercio (-78,4%).

Riguardo all’andamento del credito, a settembre 2019 i prestiti bancari alle imprese, che ammontano a 5,1 miliardi di euro (58,8% del totale clientela), risultano in diminuzione (-1,7% rispetto al medesimo periodo del 2018); calano i prestiti verso le piccole imprese (-5,9%), mentre rimangono stabili quelli verso le imprese medio-grandi. Tale contrazione investe il settore delle costruzioni (-5,5%) e il manifatturiero (-3,2%) mentre i prestiti al macrosettore dei servizi sono sostanzialmente stabili (-0,1%). In crescita, invece, i prestiti alle famiglie (+1,6%). Le sofferenze sui prestiti totali, al secondo trimestre 2019, sono state pari al 7,0% (Emilia-Romagna: 6,11%, Italia: 4,83%); il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel terzo trimestre 2019 (+1,9%) risulta superiore a quello regionale (+1,4%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).

Nel complesso, le stime a consuntivo confermano una buona crescita del valore aggiunto nel 2018 su base annua (+1,7%), superiore alla Regione (+1,6%) che è al vertice per incremento a livello nazionale e all’Italia (+0,9%). Per il 2019 si prevede un aumento dello 0,2% più contenuto di quello registrato nel 2018 (Emilia-Romagna +0,5%; Italia +0,2%) e dello 0,9% per il 2020 (Emilia-Romagna +1,1%; Italia +0,6%).