Rossi (PD): “Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”
Un “reddito di libertà” per le donne vittime di violenza. La proposta arriva dalla consigliera regionale del PD Nadia Rossi. Come premessa, la Rossi ricorda quanto fatto ialla Regione su questo tema: “In questi anni in Regione Emilia-Romagna si è data piena compiutezza agli strumenti previsti dalla legge regionale n. 6/2014 per promuovere le pari opportunità e contrastare la violenza di genere: il Tavolo permanente per le politiche di genere, l’Osservatorio sulla violenza di genere, il Piano contro la violenza e il Bilancio di genere. E sono stati numerosi i bandi rivolti a enti locali e associazioni per promuovere attività di sostegno alle donne e minori vittime di violenza, alla creazione di sportelli di ascolto, case rifugio e centri antiviolenza”.
Ma il problema della violenza di genere purtroppo rimane, e ci sono regioni che hanno già intrapreso il percorso del “reddito di libertà”. “Per questo ritengo necessario, sulla scia di quanto fatto dalla Regione Sardegna, istituire anche in Emilia-Romagna il cosiddetto “reddito di libertà”. Per garantire alle donne non solo un luogo sicuro nelle case rifugio ma, alla loro uscita, un percorso di libertà che permetta loro di essere reinserite nella vita quotidiana. Un contributo economico quindi che le sostenga nella ricerca di un lavoro, nel pagamento dell’affitto o per andare ad abitare in un’altra regione e affido familiare. Vogliamo evitare che chi esce dai centri antiviolenza sia costretto a ritornare tra le mura domestiche dal proprio aguzzino”.
Conclusione in chiave elettorale: “Penso che tutto questo rischi di essere vanificato se la Lega e la destra dovessero governare la nostra Regione. Ne è prova la prima battaglia della coalizione che ha vinto in Umbria, ovvero cancellare la legge antidiscriminazioni con il pieno supporto dei movimenti a cui fanno riferimento Pillon e Gandolfini. O ancora i plausi di Salvini al partito dell’ultradestra spagnola Vox che tra i suoi punti programmatici – e mi limito a citarne solo un paio – prevede l’abolizione dell’aborto dal sistema sanitario nazionale e l’abrogazione della legge sulla violenza contro le donne perché ‘incoraggia la supremazia femminista’.
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