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Per il centenario del Maestro

"Fellini 100. Genio immortale". La presentazione a Roma

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di Redazione   
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ven 29 nov 2019 19:37 ~ ultimo agg. 30 nov 07:27
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Questa mattina a Roma la Casa del Cinema ha ospitato la presentazione ufficiale dell’apertura delle iniziative per i cento anni di Federico Fellini. Il primo evento sarà la mostra che aprirà i battenti a metà dicembre a Castel Sismondo. Nel dicembre del 20202 aprirà poi a Rimini il Museo Internazionale dedicato al maestro.

“Fellini 100 Genio immortale sarà la mostra che, dal 14 dicembre A Castel Sismondo, aprirà le celebrazioni per i 100 anni di Fellini coordinate dal Comitato Nazionale. La mostra, curata da Studio Azzurro, proporrà anche materiali inediti, sarà allestita a Rimini fino al 15 marzo per poi spostarsi in aprile  a Palazzo Venezia e da qui a Los Angeles, Mosca e Berlino.

A dicembre 2020, poi, l’apertura del museo internazionale Fellini a Rimini, tra Castello, Fulgor e la piazza dei sogni nell’area del centro.
Alla presentazione delle iniziative a Roma, anche un amico di lunga data di Fellini: Sergio Zavoli, oggi 96enne.


Le schede:

“Fellini 100 Genio immortale. La mostra”, progettata da Studio Azzurro di Milano, sarà allestita a Castel Sismondo, parte della sede futura del Museo Fellini, e ruoterà attorno a tre nuclei di contenuti, nella cornice di un allestimento scenografico innovativo:

1)    il primo racconta la Storia d’Italia a partire dagli anni Venti-Trenta per passare poi al dopoguerra e finire agli anni Ottanta attraverso l’immaginario dei film di Fellini.

2)    Il secondo nucleo è dedicato al racconto dei compagni di viaggio del regista, reali, immaginari, collaboratori e no.

3)    Infine il terzo nucleo sarà dedicato alla presentazione del progetto permanente del Museo Internazionale Federico Fellini.

Dopo l’allestimento riminese, la mostra comincerà il suo viaggio e arriverà a Roma il prossimo aprile 2020 a Palazzo Venezia, per poi varcare i confini nazionali con esposizioni a Los Angeles, Mosca e Berlino.

La Mostra presenterà tanto materiale inedito che restituirà al visitatore l’immaginario felliniano. Tra le varie sezioni che la compongono, una presenterà il materiale del Fondo Nino Rota, il celebre compositore che ha collaborato con Fellini su molti film. In particolare sarà esposta, per la prima volta, una serie di taccuini originali sui quali Rota appuntava le indicazioni del Maestro sulla musica che avrebbe dovuto accompagnare ed esaltare le sue scelte registiche.

E ancora, tra i materiali inediti, sarà esposta la primissima sceneggiatura di quello che poi sarebbe diventato Amarcord, intitolato “Il borgo”, in una prima stesura, e la sceneggiatura di Otto e mezzo di proprietà di Lina Wertmuller, che fu assistente alla regia di Federico Fellini proprio in quel film.

Sfileranno gli abiti di moda ecclesiastica di Roma accanto ai costumi del Casanova, per i quali lo scenografo Danilo Donati ottenne l’Oscar. Sarà esposto, sempre dal set di Casanova, il ciak originale, uno dei prestiti della Fondazione Fellini di Sion, con la quale il Comune di Rimini ha siglato un protocollo di intesa. Altri prestiti provenienti dall’archivio fotografico di Elisabetta Catalano e dalle collezioni private di due maestri della fotografia, come Tonino Delli Colli e Giuseppe Rotunno, riempiranno le sale dedicate ai compagni di viaggio di Fellini, mentre le immagini di brani di repertorio dell’Istituto Luce e di Teche Rai scorreranno accanto alle sequenze del film del regista riminese in un rinvio da cui riemergeranno gli ultimi cento anni della storia del nostro paese. Anche dall’archivio dell’Associazione Tonino Guerra ci saranno materiali inediti appartenuti al poeta, scrittore e sceneggiatore nato a Santarcangelo nel 1920, testimonianza di un incontro umano e professionale che ha segnato il cinema e la cultura italiana.

Una mostra inedita su Fellini, perché porta al centro del proprio percorso la visione dei film, e questo grazie alla partecipazione sia dei produttori più o meno recenti (come Cristaldi, Titanus, De Laurentiis, Grimaldi, Rai Cinema) sia di coloro che in questi anni, come Mediaset, hanno custodito e tutelato una parte considerevole della filmografia.

Il Museo permanente.

Ma l’appuntamento del centenario sarà anche l’occasione per porre le fondamenta del Museo Internazionale Federico Fellini. Un’esposizione permanente che aprirà a dicembre 2020 con l’ambizione di diventare per il pubblico di tutto il mondo il luogo dove poter incontrare e riscoprire l’universo inimitabile di Federico Fellini.

Il Museo Internazionale sarà, infatti, il più grande progetto museale dedicato al regista riminese e coniugherà la poesia del cinema felliniano con le tecnologie e le scelte urbanistiche più innovative.

Un progetto ambizioso, che, nel mescolare poesia e tecnologia, intende restituire tutto quello che il cinema ha voluto essere fin dalla sua origine e che i film di Fellini esprimono nel modo più compiuto: stupore, fantasia, spettacolo, divertimento. Un Museo dell’immaginario che interpreterà il cinema del regista non come opera in sé conclusa, ma come chiave del “tutto si immagina”.

Il Museo Fellini ruoterà intorno a tre poli: Castel Sismondo, la rocca del Quattrocento al cui progetto contribuì Filippo Brunelleschi; Palazzo Valloni, un edificio di origine settecentesca recentemente restaurato, dove a piano terra ha sede il mitico cinema Fulgor dove Fellini vide i primi film; il terzo e ultimo asse è costituito da una grande area urbana, una vera e propria Piazza dei Sogni, che, attraverso un percorso di installazioni e scenografie felliniane, farà non solo da tessuto connettivo, ma da creativo ‘fil rouge’ tra questi due edifici dallo straordinario valore architettonico e simbolico.

Gli spazi di Palazzo Valloni e di Castel Sismondo, così interconnessi, diventeranno il luogo di una narrazione coinvolgente attraverso film, documentari, interviste e ancora sceneggiature, lettere, spartiti, oggetti di scena e insieme a questi i disegni – che tanta parte hanno avuto nel processo ideativo del Maestro – e i costumi, a documentare anche la qualità e l’originalità delle collaborazioni e delle maestranze coinvolte in ognuno dei progetti di Fellini.

Le soluzioni ad altissima tecnologia, si intersecano nel castello, nel Fulgor, nelle piazze, a meravigliose ‘macchine’ e installazioni in bilico tra l’età d’oro del cinema e anticipazioni di futuro. Da questo ‘incontro’ scaturiscono scenari di grande poesia universale che, attraverso sofisticati processi di realtà aumentata, vengono condivisi dai visitatori, non più chiamati solo a ‘guardare’ ma a ‘vivere’ completamente gli spazi. La sala della nebbia di ‘Amarcord’ con l’incontro con il nonno, le pagine del Libro dei Sogni che, grazie a un soffio, si spargono virtualmente nella stanza, la grande ‘vela dell’acqua’, un enorme schermo cinematografico ‘liquido’ sul quale rivivrà il passaggio del Rex, una delle scene più emozionanti di ‘Amarcord’.

Alla progettazione del Museo Internazionale Federico Fellini, inserito dal MIBACT tra i grandi progetti nazionali beni culturali e sostenuto da un comitato tecnico-scientifico composto da Paolo Fabbri, Vincenzo Trione, Luca Beatrice, Mario Sesti, Laura Delli Colli, Stefano Della Torre, Francesca Fabbri Fellini e Sergio Metalli, ha concorso un raggruppamento di imprese e professionisti guidato da Lumiere & Co. e Anteo, ideazione, progetto artistico multimediale  e messa in scena  di Studio Azzurro, curatori Marco Bertozzi e Anna Villari, progetto architettonico e allestitivo di Orazio Carpenzano e Tommaso Pallaria.

Il Logo Fellini 100 firmato da Paolo Virzì.

Tutte le iniziative che festeggeranno il centenario sono raccolte sotto l’etichetta di “Fellini 100”, il cartellone delle celebrazioni felliniane coordinato dal Comitato Nazionale (costituito da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Direzione Generale Cinema, Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per la promozione del sistema Paese, Regione Emilia Romagna, Comune di Rimini, Fondazione Cineteca di Bologna, Istituto Luce / Cinecittà, Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia / Cineteca Nazionale, Fondazione Maria Adriana Prolo/Museo Nazionale del Cinema di Torino) e che ha adottato come proprio logo un disegno del regista Paolo Virzì ispirato a una delle foto più famose della storia del cinema: Fellini domatore (di personaggi, di fantasie, di ossessioni) sul set di 8 ½, scattata da Tazio Secchiaroli.