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Rimini, nuovo regolamento

Chi evade i tributi locali rischia revoca licenza. Individuati 25 maxievasori

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
mar 1 ott 2019 14:20 ~ ultimo agg. 2 ott 11:05
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Non una semplice ordinanza condivisibile negli intenti ma debole e a rischio ricorsi, ma un regolamento vero e proprio per combattere la piaga dell’evasione dei tributi locali. Lo spiega l’assessore al bilancio di Rimini Gian Luca Brasini, sollecitato su quanto messo in campo negli scorsi mesi da comuni vicini. Il regolamento anti evasione riminese passerà tra una decina di giorni in consiglio dopo il via libera in commissione dove ha raccolto un favore bipartisan.

Quella di oggi è una bella giornata” esordisce soddisfatto Brasini ricordando che proprio Rimini si è fatta promotrice della norma che ha poi trovato applicazione, dopo tre anni di rimpalli tra Governo e Commissioni, nell’articolo 15-ter del Decreto Crescita 2019. Ora i comuni hanno libertà di mettere in campo azioni per contrastare l’evasione agendo anche sulle licenze. “Non una norma vessatoria” precisa l’assessore “non sarà penalizzata la morosità incolpevole“. Nel mirino infatti finirà chi supera una soglia di mille euro di tributi non pagati nell’anno e lo fa in modo recidivo e su diverse tipologie di tasse locali. Il procedimento prevede un primo avviso bonario con il quale vengono dati 30 giorni di tempo per mettersi in regola (anche rateizzando i pagamenti); in secondo luogo scatta, dopo il 30esimo giorno, la sospensione della licenza per un periodo massimo di 90 giorni; ultimo step la revoca della licenza. Una linea dura motivata, spiega Brasini, anche dalla necessità di contrastare la concorrenza sleale specie in ambito turistico. “Abbiamo 1400 strutture ricettive e circa il 20% di queste non opera all’interno delle norme – dice – ci sono realtà progettate per sopravvivere una sola stagione e senza alcun margine di profitto. Queste possono permettersi prezzi stracciati e penalizzano le attività corrette (che sono la maggioranza) e tutto il comparto“. Appena il regolamento sarà operativo, l’amministrazione ha già individuato 25 maxi evasori sui quali intervenire. Hanno un debito, ha calcolato il comune, di circa un milione di euro. La metà a carico di solo cinque soggetti.

L’auspicio dell’amministrazione e che l’applicazione del nuovo regolamento possa innescare anche un effetto deterrente allontanando i soggetti che, in maniera premeditata, evadono i tributi.

La nota stampa del comune

La lotta del Comune di Rimini all’evasione fiscale si sta per dotare di un ulteriore strumento, mirato soprattutto ai grandi evasori. La V Commissione ha dato parere favorevole al nuovo regolamento attraverso il quale sarà possibile per il Comune procedere alla sospensione o alla revoca della licenza per quelle attività commerciali e produttive sul quale pesano gravi irregolarità rispetto al pagamento dei tributi locali. “Una possibilità contenuta nel recente Decreto Crescita – spiega l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – che ha recepito un emendamento proposto ed elaborato in questi ultimi tre anni dal Comune di Rimini; da tempo infatti sottolineavamo l’importanza di dotare le amministrazioni di uno strumento legislativo efficace, che potesse servire a stanare le situazioni di evasione maggiormente critiche e più difficili da sradicare. Non si tratta di misure di tipo vessatorio: sappiamo bene che ci sono tante situazioni di morosità incolpevole e su di queste lavoriamo affinché si possa mettere il contribuente nelle condizioni di sanare la propria posizione attraverso i meccanismi di tax compliance. La nostra proposta al contrario vuole andare a colpire i maxi evasori, i recidivi, quelle imprese che volontariamente agiscono nello spregio delle regole. Non si tratta solo di equità fiscale ma di garantire regole di convivenza civile e di moralità fiscale”.

Con il Regolamento è possibile stabilire che il rilascio, il rinnovo e la permanenza in esercizio delle attività commerciali o produttive siano subordinate alla verifica della regolarità tributaria dei soggetti interessati. Il procedimento si sviluppa in tre step: in caso di gravi irregolarità (che comportano complessivamente un debito di tributi locali superiore a mille euro) lo Sportello unico per le attività produttive (Suap) notifica l’avvio del procedimento di sospensione dell’attività assegnando 30 giorni per la regolarizzazione. Se entro 30 giorni dall’avviso bonario il contribuente non si regolarizza, il SUAP emette il provvedimento di sospensione per un periodo di 90 giorni (o fino al giorno della regolarizzazione). Se non avviene la regolarizzazione, il Suap procede alla revoca dell’autorizzazione, concessione o divieto di prosecuzione di tutte le attività dell‘esercente.

L’uffcio tributi ha già elaborato una lista di 25 titolari e gestori di attività che riceveranno l’avviso bonario con cui verrà comunicato loro l’avvio del procedimento, per un debito complessivo (tra TARI, IMU, imposta di soggiorno, ICP) già accertato di circa un milione di euroLa metà di questo debito però è in capo ai primi cinque soggetti della black list, per circa 100mila euro a testa di imposta non versata. La ‘black list’ è composta soprattutto da strutture alberghiere (20) annuali o stagionali ma attualmente aperti in via straordinaria, quasi tutti classificati tre stelle e distribuiti in tutto il territorio, da Viserba a Miramare. A completare l’elenco anche cinque tra ristoranti e bar, distribuiti tra mare, centro storico ed entroterra.

“Il provvedimento – aggiunge l’assessore Brasini – ha anche l’ambizione di disincentivare fenomeni di concorrenza sleale, in particolare tra gli stessi imprenditori turistici, attraverso politiche di dumping che ad esempio portano sempre più ad un livellamento verso il basso del prezzo delle camere di albergo e più in generale la qualità dell’offerta turistica”.

L’aver annunciato l’imminente applicazione di questo provvedimento ha già avuto un primo effetto deterrente: sono stati diversi infatti gli esercenti che si sono presentati spontaneamente all’Ufficio Tributi per regolarizzare la loro posizione ed evitare la revoca della licenza. Ciò ha consentito di pianificare il versamento di quasi 100.000 euro entro fine anno e la dilazione delle ulteriori somme nei mesi successivi.

La proposta di regolamento sarà sottoposta all’esame del Consiglio comunale, per poi approdare sul tavolo della Giunta che delibererà le linee guida operative e i criteri per l’azione di contrasto (mancato pagamento di importi elevati, recidività, mancato pagamento di tipologie di diverse di contributi).

Questo nuovo regolamento è solo l’ultima di una serie di azioni studiate dall’Amministrazione comunale per facilitare gli adempimenti dei contribuenti e il recupero delle imposte dovute e non versate. Una strategia che mixa tax compliance per chi vuole regolarizzarsi alla tolleranza zero verso i recidivi e le situazioni più gravi e che negli ultimi anni ha consentito di recuperare oltre 26 milioni di euro di Tari non corrisposta e oltre 43 milioni di IMU.  Tra le azioni messe in campo si ricorda:

–         la modifica del Regolamento Generale delle Entrate per consentire la compensazione non solo fra tributi, ma anche fra tributi ed altre entrate; viene eseguita una verifica della regolarità tributaria dei soggetti ai quali il Comune deve erogare delle somme a titolo di rimborsi, contributi, e si procede, eventualmente, compensandole con il debito;

–         modifica del Regolamento per l’applicazione del Canone per l’occupazione di Spazi ed Aree Pubbliche (COSAP) prevedendo che alla domanda venga allegata una dichiarazione sostitutiva per l’attestazione di regolarità rispetto al pagamento della TARI; il mancato o parziale pagamento della TARI comporta il diniego, la sospensione, la decadenza o il mancato rinnovo del titolo abilitativo;

–         modifica del Regolamento TARI per stabilire che le riduzioni previste per la raccolta differenziata (in particolare si rileva quella per l’installazione di schermature) siano concesse solo a condizione che i contribuenti siano in regola con il pagamento della TARI negli anni precedenti;

–         verifiche congiunte tra uffici del Comune e Guardia di Finanza, AUSL, Ispettorato provinciale del Lavoro ed altri enti preposti per controlli sulla regolarità dei pubblici esercizi, i cui titolari, risultano tra i principali evasori IMU – TARI – IDS (Imposta di Soggiorno). In particolare, le informazioni acquisibili attraverso la gestione di quest’ultima imposta si stanno rivelando molto utili anche ai fini dell’emersione dell’evasione degli altri tributi;

–         implementazione delle banche dati attraverso la sottoscrizione di apposite convenzioni come, ad esempio, quelle con l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza.