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I divieti sui media nazionali

La Riviera e l'incubo dei titoli. Trenta anni dopo

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di Redazione   
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mer 31 lug 2019 14:54 ~ ultimo agg. 17:28
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Accidenti al calendario dei controlli programmati sulla qualità delle acque. Che già a maggio, quando un altro campionamento di questo tipo (le date sono stabilite entro marzo) cadde proprio all’indomani delle piene dei fiumi, rilevò livelli record di escherichia coli. Ma quella volta si era fuori stagione e rimase tutto “in famiglia”.

Il caso di fine luglio invece è molto meno indolore per la Riviera. Basta sfogliare le pagine dei quotidiani e dei siti nazionali, per capire come la notizia dei divieti di balneazione su alcune spiagge del litorale riminese, dopo le prime agenzie di ieri abbia fatto in poche ore il giro dell’Italia. E così, trenta anni dopo le mucillagini, ci si rende ancora conto di quanto possa fare male al turismo locale la pubblicità negativa. Non perché i divieti non ci siano, ma perché la semplificazione dei titoli non rende la complessità della vicenda: i divieti per le aperture degli scarichi di domenica, lunedì si erano già esauriti. Invece per i rilievi programmati la tempistica – fra analisi, controprove e relativi risultati – richiede diversi giorni (i divieti scattati martedì non sono basati sulla situazione del giorno stesso ma sui valori del mattino precedente). Se la data del campionamento fosse caduta un giorno dopo, presumibilmente la questione si sarebbe risolta in modo ben diverso.

Ma intanto è andata così e i titoli colpiscono. Solo per fare qualche esempio. A pagina 15 de La Stampa il titolo a carattere cubitali è “La Romagna perde il mare. Bagno vietato per i batteri“, con sottotitolo “Trent’anni dopo l’emergenza mucillagine stop alla balneazione da Rimini a Cattolica“.

Andando a leggere l’articolo poi si spiega che i punti vietati sono 13 a Rimini, due a Riccione e altri due a Cattolica, per poi citare le parole del presidente dei bagnini di Rimini Sud Mauro Vanni “l’acqua è pulitissima, praticamente cristallina, si vedono pesci, granchi e meduse“. Sono le bandiere a strisce bianche e rosse, scrive il giornalista, a far tornare alla mente lo spettro delle mucillagini, per poi dire che il nemico attuale, l’escherichia coli, è molto più insidioso perché non si vede e provoca infezioni. Ma “come trent’anni fa sono le coincidenze che fanno effetto“.

La Repubblica parla anche sulle pagine nazionali di “Allarme batteri: vietato fare il bagno a Rimini e Riccione”, anche se poi l’articolo si ferma alla cronaca delle ultime ore spiegando che i prelievi sono stati rifatti e che se i parametri rientreranno nella norma i bagni non saranno più vietati.

Il Resto del Carlino – Quotidiano Nazionale parla dei divieti dando spazio anche nel titolo alla rivolta partita da chi opera nel settore. Il titolo è “Bagni in mare vietati tra Rimini e Riccione. Rivolta di balneari e comuni: “acqua trasparente”. Arpae nel mirino“.

Il tutto al netto, ovviamente, delle condivisioni social difficilmente quantificabili. E con Rimini nord che rivendica di non essere stata interessata da nessun divieto ma di esserci finita in mezzo perché nei titoli Rimini è Rimini e basta.

Probabilmente qualcuno a fine stagione chiederà di rivedere le modalità dei campionamenti programmati. Che, sempre per essere chiari, per l’imponderabilità delle date potrebbero anche effettuare rilevazioni in giornate “buone” di una stagione “cattiva”. Ma intanto, prima del prossimo rilievo programmato, farà i debiti scongiuri.