Indietro
menu
Visioni contrastanti

In Emilia Romagna gli stranieri spendono poco. Sensoli (M5S) attacca, la Regione risponde

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 24 mag 2019 19:20 ~ ultimo agg. 25 mag 17:10
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 4 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

I turisti stranieri in Emilia Romagna spendono meno rispetto a quanto accade nel resto d’Italia. A dirlo è la consigliera regionale del M5S Raffaella Sensoli attaccando la Regione per non aver mai diffuso un dato, a suo dire, allarmante. “Non basta puntare sul numero di presenze, ma è indispensabile analizzare quanta ricchezza si porta sul territorio” rileva la consigliera. “Non si facciano, da parte della opposizione, letture parziali dei dati della Banca d’Italia – risponde la Regione. Qui le presenze, in quattro anni, sono passate da 45 a 60 milioni.” Secondo la Regione “non è corretto mettere sullo stesso piano la nostra realtà con le più importanti mete turistiche italiane: il Lazio con Roma, il Veneto con Venezia, la Toscana con Firenze e la Lombardia con Milano che da sole accolgono l’80% della presenza turistica straniera.

La nota stampa di Raffaella Sensoli (M5S)

“Nel diffondere periodicamente i dati trionfalistici sulle presenze turistiche in Emilia-Romagna, Bonaccini e la sua giunta hanno sempre nascosto un dato allarmante, ovvero che negli ultimi anni i turisti stranieri nella nostra regione spendono di meno rispetto al resto d’Italia. Segnale questo che deve farci capire che investire sull’attrattività deve necessariamente andare di pari passo con una riqualificazione dell’offerta”. È quanto sostiene Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, nel commentare i dati forniti da Banca Italia sulla spesa turistica in Italia e che vedono l’Emilia-Romagna perdere dal 2014 al 2018 due posizioni (dalla quinta alla settima) con poco meno di 2 miliardi di euro di spesa, sorpassata da Liguria e Campania e sempre più lontana da Lazio, Lombardia, Veneto e Toscana che occupano stabilmente le prime quattro posizioni e dove la spesa turistica straniera oscilla dai 4,5 ai 7,3 miliardi di euro. “I dati della Banca d’Italia ci dicono che dal 2014 al 2018 in Italia la spesa dei turisti stranieri è aumentata in media del 21,82%. Ci sono regioni che sono andate molto al di sopra di questo dato, come ad esempio Friuli, Sardegna e Liguria, e altre che non sono riusciti nemmeno a raggiungere questo risultato. Tra queste c’è proprio l’Emilia-Romagna dove la spesa dei turisti stranieri è cresciuta di appena il 14% passando da 1,7 miliardi di euro a 1,9. “Insomma, è sicuramente vero che da noi i turisti arrivano numerosi ma, forse in tanti, o vengono a tasche vuote o vengono per spendere altrove – aggiunge Raffaella Sensoli – Questi dati confermano quanto diciamo da anni e cioè che non basta puntare sul numero di presenze, ma è indispensabile analizzare quanta ricchezza si porta sul territorio. Diversamente i numeri che ogni anno vengono annunciati servono solamente alla propaganda elettorale della Giunta e non allo sviluppo economico dei territori. Un aspetto che fino a questo momento né Bonaccini e né l’assessore Corsini hanno mai avuto modo di sottolineare durante le loro innumerevoli conferenze stampa celebrative di questi anni. È indicativo il fatto che negli ultimi 5 anni, coincidenti con “l’era” della Giunta Bonaccini, le risorse portate dai turisti stranieri nella nostra regione abbiano rallentato, smentendo i suoi proclami che raccontano sempre e solo una verità incompleta. E visto che sono i dati della Banca d’Italia a rivelare questo aspetto crediamo che sia necessario da parte della Regione puntare su una reale riqualificazione dell’offerta turistica in Emilia-Romagna, puntando di più sulla qualità che sulla quantità in modo da metterci al passo di altre regioni che stanno facendo molto e meglio di noi” conclude Raffaella Sensoli.

La nota stampa diffusa dalla Regione

In Emilia-Romagna si è passati, dal 2015 al 2018, da 45 a 60 milioni di presenze turistiche, con una crescita costante delle presenze straniere. Senza contare gli importanti finanziamenti erogati dalla Regione per riqualificare l’offerta turistica, finanziamenti che hanno reso possibile una trasformazione delle località della costa emiliano-romagnola, portando nuova attrattività e nuove esperienze.
La Regione Emilia-Romagna non ci sta a una lettura parziale, come quella proposta da una esponente politica di opposizione, dei dati sulla spesa turistica elaborati dalla Banca d’Italia. Perché, sostiene la Regione, non è corretto mettere sullo stesso piano la nostra realtà con le più importanti mete turistiche italiane: il Lazio con Roma, il Veneto con Venezia, la Toscana con Firenze e la Lombardia con Milano che da sole accolgono l’80% della presenza turistica straniera. E poi la Campania che ha una spesa più alta dell’Emilia-Romagna grazie alla costiera amalfitana e Capri che sono notoriamente destinazioni di ‘lusso’ per gli stranieri, gli statunitensi in particolare.
E nonostante questo, in ogni caso, anche l’Emilia-Romagna, come dice il rapporto di Banca d’Italia, cresce in termini di spesa dei turisti stranieri.

Da parte dell’assessorato regionale al Turismo si fa notare alla consigliera di opposizione che ha posto il tema – cittadina, tra l’altro di una località costiera – che non dovrebbero esserle sfuggiti gli interventi messi in campo in Emilia-Romagnae le risorse rese disponibili per sostenere, ad esempio, il Distretto turistico balneare sui mercati nazionali e internazionali.
A partire dal bando per la riqualificazione delle strutture ricettive che sta per partire e che metterà a disposizione 20 milioni di euro per progetti dei Comuni della costa, e dall’ulteriore stanziamento di 25 milioni per l’innovazione e la riqualificazione delle strutture ricettive. Con unanovità rispetto ai bandi precedenti: la convenienza economica per le imprese turistiche, che vedranno praticamente azzerati gli interessi e avranno un lungo periodo di rientro grazie al ruolo dei Consorzi Fidi.

E poi, ricorda ancora l’assessorato regionale al Turismo, la legge sui Condhotel, la formula ricettiva ‘mista’, già presente in molti Paesi europei, che fa coesistere negli alberghi camere tradizionali e alloggi privati realizzati dalla vendita di parte delle stanze. E questa strategia è in linea con la necessità didiversificare e innalzare la qualità delle strutture e fidelizzare la clientela internazionale.

Per quanto riguarda la costa, conclude l’assessorato regionale al Turismo l’obiettivo di queste azioni è favorire un’idea di innovazione e promozione che parte dal cambiamento strutturale dei litorali, con profondi interventi anche nel waterfront (il classico lungomare che diventa nuovo spazio da vivere) e del prodotto turistico, sostenendo i progetti dei Comuni che investono per migliorare la qualità urbana, architettonica e ambientale del prodotto turistico balneare.