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Agricoltura Giovani

A Oristano scienza e agricoltura si sposano

di Francesca Magnoni   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 23 mag 2019 16:48 ~ ultimo agg. 15 mar 17:47
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L’undicesima puntata ci porta in Sardegna a conoscere Alessandro Scintu, che dopo aver compito studi a Bologna, prima in informatica e poi in agraria, ha scelto di tornare a Oristano per portare avanti l’azienda di famiglia e coltivare ortaggi e frutti di stagione, secondo principi che sposano all’agricoltura la chimica, la climatologia, l’entomologia e la scienza.

Nel suo lavoro ha introdotto innovazioni a livello agronomico e della difesa delle piante dagli insetti più pericolosi. Ma soprattutto, sta dedicando parte dei suoi 8 ettari alla sperimentazione di antiche varietà locali di pomodoro, avendo preso parte ad un progetto di ricerca per la conservazione e valorizzazione della biodiversità vegetale condotto dall’Università di Sassari, un’iniziativa per salvare un patrimonio e ridare vigore all’economia agricola dell’isola.

La storia di Alessandro ci porta in una tra le più importanti pianure d’Italia, il Campidano e in particolare in quello di Oristano, la più vasta pianura della Sardegna, situata nella porzione sud-occidentale dell’Isola, che attraversa la provincia di Cagliari, la provincia di Carbonia-Iglesias, la provincia del Medio Campidano e la provincia di Oristano. Terra fertilissima fin dai tempi dei Fenici e dei Romani, era coltivata in modo intensivo a grano e vitigni. Poi con l’arrivo dei colonizzatori via mare, arrivò la zanzara di tipo anofele che diffuse nella piana la malaria, malattia che resterà una piaga per ben due millenni e limiterà fortemente la vita degli abitanti, oltre a impedire un’immigrazione da altri territori i cui abitanti erano privi di anticorpi. Le bonifiche avviate nel Novecento hanno riportato il Campidano a una piena salubrità e abitabilità, ed oggi i suoi stagni sono centri di conservazione di biodiversità. Nella porzione settentrionale, attorno alla città di Oristano, vi sono anche importanti risaie.

POMODORI IN ESTINZIONE

L’interesse rivolto verso il pomodoro è legato al fatto che è una delle specie orticole più importanti della Sardegna. Con oltre 60 specie censite dall’Università di Sassari, il pomodoro contribuisce per circa il 29% alla produzione lorda vendibile orticola dell’isola. La sua diffusione risale agli anni 1760-1765. Oggi, dati ISTAT alla mano, si registra un incremento della superficie coltivata in serra, passata da circa 180 ettari del 1980 ai 566 del 2011, a fronte di un calo di quella in pieno campo. Oltre a rappresentare un patrimonio di agro-biodiversità, il pomodoro è una significativa risorsa come fonte di geni utili per il miglioramento genetico.

IN CUCINA

La puntata ha sempre un focus sul territorio curato da un referente di Confagricoltura, l’organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana che collabora al progetto, e si conclude con una ricetta preparata dagli studenti e docenti dell’Istituto Alberghiero Malatesta di Rimini e alcuni consigli di sana e corretta alimentazione curati da Francesca Cerami, esperta in nutraceutica, dell’Istituto per la Promozione e la Valorizzazione della Dieta del Mediterraneo che ha sede a Palermo.