Indietro
menu
Tavolo al Ministero

Si complica la vertenza dei lavoratori ex Mercatone Uno

In foto: un punto vendita
un punto vendita
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 19 apr 2019 12:38
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Si complica la vertenza dei lavoratori ex Mercatone Uno. Il tavolo al ministero dello Sviluppo Economico non ha infatti sciolto le perplessità dei sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sulle prospettive del retail acquisito nel 2018 dalle società Cosmo e Shernon Holding.

Il negozio di Rimini Nord è stato acquisito da Shernon mentre quello di Cerasolo da Cosmo. 

Il cronoprogramma, aggiornano i sindacati, delle aperture dei 13 punti vendita a Marchio Cosmo procede a rilento (riavviati quattro negozi a Palermo, Alto Pascio, Mister Bianco e Castel Franco Veneto) e la direzione societaria ha ricollocato 93 lavoratori sui 200 complessivi. Il piano di aperture dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno.
Più incerta la situazione degli oltre 2mila dipendenti dei 55 punti vendita acquisiti da Shernon Holding. Ad oggi risultano essere aperti solo 47 punti vendita che vedono impiegate poco più di 1800 risorse umane, i negozi sono sprovvisti di merce, non si è realizzata la ricapitalizzazione di 20mln di euro che sarebbe dovuta avvenire il 18 marzo. Inoltre, come ormai noto, la direzione societaria ha presentato al Tribunale di Milano una istanza di concordato preventivo dichiarandosi impegnata su più fronti in negoziazioni con i creditori e con possibili azionisti. I sindacati spiegano che l’azienda avrebbe inoltre una esposizione debitoria da oltre 94mln di euro ed entro 30 giorni dovrà presentare un piano industriale che contemperi garanzie per i creditori e impegni certi di risanamento aziendale.

Il tavolo al Mise è aggiornato al 30 maggio.

La segretaria nazionale della Fisascat Cisl Aurora Blanca ha stigmatizzato “per la grave situazione determinatasi e per l’evidente stato patologico in cui versano i punti vendita, ormai privi di merce, » ed ha sottolineato che «i dipendenti hanno ampiamente dimostrato senso di responsabilità, attaccamento al lavoro, dedizione e spirito di sacrificio confidando in un orizzonte prospettico“. La sindacalista auspica “nell’opera che in questo breve lasso di tempo metterà in campo il pubblico ufficiale nominato dal tribunale meneghino al fine di far chiarezza sulla situazione e valutare tutte le azioni da porre in essere per salvaguardare i posti di lavoro non disperdendo gli sforzi profusi e le professionalità”. “Attenzione desta anche sull’amministrazione straordinaria che avrebbe dovuto sovrintendere e verificare, ci chiediamo come si è arrivati a questo punto è come sarà possibile dare credibilità e fiducia ad un brand storico – ha concluso la sindacalista – Appare evidente che in questo momento possiamo solo attendere gli sviluppi della trattativa al ministero dello Sviluppo Economico”.