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La risposta del Carroccio

Case chiuse. Morrone e Galli (Lega) alla Lisi: troppa teoria, poca concretezza

In foto: Morrone (Lega nord Romagna) e Galli
Morrone (Lega nord Romagna) e Galli
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
sab 2 mar 2019 16:12
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Troppa teoria e poca concretezza. Così il segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, e quello provinciale Bruno Galli, rispondono alle critiche del vicesindaco di Rimini Gloria Lisi (vedi notizia). Oggetto della polemica l’ipotesi del ministro dell’interno Matteo Salvini di aprire le case chiuse come risposta al problema della prostituzione.

La nota di Morrone e Galli

Forse è il vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi, che ha visto troppi film e letto troppi libri rosa senza mai avventurarsi nell’universo tragico, insicuro e violento della prostituzione per capire la portata del fenomeno”.  “Troppa teoria e nessuna concretezza da parte di Lisi. L’eliminazione della prostituzione? Una chimera con i propositi dell’amministrazione riminese. Certamente non si vincono racket e organizzazioni criminali, che lucrano sulla prostituzione, con qualche multa ai frequentatori. L’effetto deterrente? Smentito da quello che si vede quotidianamente sulle strade. Di fatto, la Giunta riminese non solo non ha scardinato il mercato del sesso, ma non l’ha neppure scalfito, nonostante gli sforzi encomiabili delle Forze dell’Ordine. Tuttavia Lisi ha trovato il tempo per criticare il ministro Matteo Salvini che ha rilanciato una proposta di buon senso che potrebbe dare garanzie e tutele a questo universo di persone sfruttate. I soliti sepolcri imbiancati pontificano sui massimi sistemi, ma nella realtà preferiscono chiudere gli occhi su un fenomeno che è quotidiano, continuo e diffuso in modo impressionante. Servono soluzioni certamente perfettibili, ma che diano risultati concreti non solo a chi è costretto a prostituirsi, ma anche alle comunità locali obbligate a convivere con il degrado di questo mercato. Sono oltre 70.000 (ma forse di più) le persone in Italia che si prostituiscono, qualche migliaio quelle minorenni, straniere e italiane, vittime di racket, costrette a vendersi per la maggioranza in strada, senza protezione, senza cure sanitarie, senza alcuna tutela. L’obiettivo è togliere il business alla criminalità organizzata, alle strade e al degrado. Parte dal Veneto, per esempio, una proposta di legge che punta, tra l’altro, all’istituzione di un albo che regolamenti la prostituzione, a controlli sanitari frequenti e a pene severissime per la prostituzione minorile. Queste sono proposte concrete su cui misurarsi. Bisogna agire con pragmatismo non filosofare. Solo così il Partito democratico potrebbe riacquistare la perduta credibilità politica e amministrativa. Purtroppo va avanti a furia di proclami ideologici e, per questo, è destinato a fallire”.