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Interrogazione dei 5 Stelle

Rifiuti (non) raccolti in mare. Come funziona lo smaltimento?

In foto: pixabay.com
pixabay.com
di Serena Saporito   
Tempo di lettura lettura: < 1 minuto
gio 28 feb 2019 15:31 ~ ultimo agg. 15:38
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Il problema è quello dalle dimensioni ormai allarmanti della plastica che riempie il mare e anche le reti dei pescatori. Che, in base alla normativa vigente, se riportano a terra i rifiuti pescati loro malgrado, sono chiamati a pagare le spese di smaltimento.

A sollevare per prima la questione  del cambiamento della normativa, sollecitata dai pescatori riccionesi, è stata la Fondazione Cetacea: con una petizione su Change.org, dal titolo “Permettiamo ai pescatori di pulire il mare”. Obiettivo: chiedere al ministro dell’Ambiente di mantenere una promessa fatta lo scorso giugno, ovvero quella del cambio della legge in materia.

Un tema ripreso ora in Regione dal Movimento Cinque Stelle. “Come funziona la gestione dei rifiuti raccolti in mare e, quindi, come vengono smaltiti?”. Questo il quesito rivolto in aula dal governo regionale.

Emergerebbe, rimarcano i consiglieri Bertani e Sensoli , “un quadro davvero allarmante, un vero e proprio caos a più livelli: non si capisce dove conferire i rifiuti, le informazioni sulle diverse tipologie di materiale recuperato risultano inadeguate (in particolare relativamente ai rifiuti speciali), così come le indicazioni sulla raccolta”. Insufficienti, proseguono, “anche le forme di controllo, in particolare, appunto, sul conferimento”.

Oltre  a chiedere chi gestisca i rifiuti raccolti in mare e se sia attiva una regolamentazione regionale in materia, i Cinque Stelle chiedono di sapere anche se i piani di gestione dei rifiuti urbani dei comuni prendano in considerazione anche quelli raccolti dai pescatori in acqua.

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