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Il mancato invito

Otto sindaci su visita Questura: "inaccettabile confusione di ruoli"

In foto: la sede di piazzale Bornaccini
la sede di piazzale Bornaccini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
ven 25 gen 2019 15:45 ~ ultimo agg. 16:53
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Otto sindaci della Provincia di Rimini intervengono con una nota congiunta per commentare gli ultimi sviluppi sul patto per la sicurezza alla luce degli incontri di ieri. Apprezzando l’iniziativa del Prefetto di fare il punto della situazione a un anno dalla sottoscrizione, ribadiscono che quanto previsto dal Patto va rispettato e che i due binari su cui si sta lavorando – collocazione provvisoria in piazzale Bornaccini e recupero della struttura di via Bassi – siano affrontati con lo stesso impegno e celerità. Anche senza i duri toni del sindaco Gnassi (vedi notizia), esprimono perplessità per avere saputo solo tramite la stampa della visita dei due sottosegretari di ieri pomeriggio e per il fatto che rappresentanti del Governo siano stati accolti da esponenti della Lega, creando “una confusione inaccettabile tra ruoli politici e istituzionali”.


La dichiarazione congiunta dei sindaci di Maiolo, Montegridolfo, Poggio Torriana, San Clemente, San Giovanni in Marignano, San Leo, Santarcangelo e Verucchio

Dare corso al Patto sulla sicurezza sottoscritto nel dicembre 2016 fra i rappresentanti degli Enti locali e lo Stato, definendo innanzitutto tempi certi per la realizzazione della Cittadella della sicurezza. Questo, come sindaci, è quanto ribadiamo al Prefetto per dare risposta alle esigenze delle forze dell’ordine e risolvere una volta per tutte il problema creato dall’immobile di via Ugo Bassi. Un problema che non riguarda e non può riguardare solamente il Comune capoluogo, dal momento che investe l’intera comunità provinciale.

Rispettare il Patto sulla sicurezza per noi sindaci significa prima di tutto assicurare il decoro urbano, la qualità dell’ambiente e dei servizi ai nostri cittadini. Rispettare il Patto sulla sicurezza significa inoltre, per noi amministratori locali, impegnare risorse per dotare il nostro territorio di sistemi di videosorveglianza anche quando non rientriamo fra i Comuni finanziati dal Ministero dell’Interno.

Abbiamo apprezzato la scelta di fare una verifica condivisa sull’attuazione del Patto sulla sicurezza a un anno di distanza dalla sua approvazione, con l’impegno messo in campo della Prefettura per coordinare i lavori alla presenza di tutte le forze dell’ordine e dei sindaci del territorio.

Tuttavia, il rispetto di quanto previsto del Patto – ovvero l’avanzamento dei lavori sui due binari paralleli di piazzale Bornaccini e via Ugo Bassi – rimane una condizione imprescindibile. Si tratta infatti di due soluzioni che devono avanzare alla stessa velocità, con procedure amministrative verificabili e tempi certi.

Per questo, chiediamo al Prefetto e ai rappresentanti del Governo di procedere come stabilito in sede di sottoscrizione del Patto sulla sicurezza, in accordo con tutti i 25 sindaci della Provincia.

Ci sono altri due aspetti, inoltre, che pongono più di un’ombra sulla giornata di ieri, nella quale i sindaci sono stati convocati in mattinata proprio per una verifica in merito al Patto sulla sicurezza.

Il primo è l’aver appreso solamente dagli organi d’informazione che, nel pomeriggio, una delegazione di rappresentanti del Governo era in visita in Prefettura proprio in merito allo stesso argomento. La visita di rappresentanti del Governo avrebbe costituito un elemento utile di conoscenza anche per la riunione svoltasi in mattinata, quando invece i sindaci sono stati tenuti all’oscuro rispetto a questo importante incontro.

Il secondo aspetto – appreso anche in questo caso soltanto attraverso gli organi di stampa – è che i rappresentanti del Governo siano stati accompagnati da esponenti politici locali di un partito che fa parte dell’attuale maggioranza di Governo. Un fatto che crea una confusione inaccettabile tra ruoli politici e istituzionali, ponendo una questione di rispetto delle istituzioni democraticamente elette sulla quale nessuno può permettersi di derogare. Una leale collaborazione fra diverse istituzioni, infatti, si basa innanzitutto sulla trasparenza e la mancanza di omissioni, come invece è accaduto ieri.