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Il dibattito sul decreto

Decreto sicurezza. Gnassi: bomba per città; Galli (Lega): si vergogni

di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 3 gen 2019 17:41 ~ ultimo agg. 4 gen 14:40
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Continua a tenere banco il decreto sicurezza dopo la decisione del sindaco di Palermo Orlando, di sospenderne l’applicazione nella parte che riguarda i migranti. Posizione condivisa dai primi cittadini di Firenze e Napoli e dall’Anci che ha scatenato la reazione del ministro degli interni Matteo Salvini. “Se c’è qualche sindaco che non è d’accordo si dimetta” ha detto in una diretta Facebook.

Sul tema è intervenuto oggi anche il primo cittadino di Rimini Andrea Gnassi. “Tutto il problema dell’immigrazione – commenta – si scaricherà sulle strade delle città, senza più alcun tipo di programma o progetto di integrazione e gestione.” “Una bomba – sostiene – che rischia di esplodere nelle comunità locali, altro che sicurezza”.
Gnassi però ritiene che sia necessario un percorso di revisione della legge che passi da un tavolo di confronto tra Anci e Ministero.

Gnassi dovrebbe essere l’ultimo a parlare di sicurezza. Ha reso Rimini una città invivibile – attacca il segretario provinciale della Lega Bruno Galli – che lotta con l’emergenza immigrazione, che è ostaggio di criminali senza scrupoli e che, numeri alla mano, è schizzata in vetta alle classifiche nazionali per il numero e la frequenza di reati al patrimonio, stupri e violenze“.
La legge sulla sicurezza e l’immigrazione – prosegue – punta a ripristinare il controllo dello Stato sul territorio e sulle frontiere e a verificare lo status giuridico delle centinaia di migliaia di immigrati che abitano le nostre città. Chi ne ha il diritto potrà restare in Italia e gli verrà garantito un percorso di accompagnamento e inserimento nel mondo del lavoro. Chi invece sfrutta i canali dell’accoglienza, chi non fugge da guerre o persecuzioni verrà riaccompagnato in patria. Inoltre, la norma attribuisce ai sindaci maggiori poteri e risorse per la sicurezza. Cosa di cui Gnassi dovrebbe felicitarsi e non il contrario”.

I sindaci romagnoli si posizionano dalla parte giusta rimanendo responsabilmente dentro l’ordinamento vigente nel nostro Paese – dice invece il deputato romagnolo del Pd Marco Di Maio parlando non di disobbedienza ma di legittima opposizione, anche se in totale disaccordo con i suoi contenuti; e con fermezza si schierano con quell’ampio fronte di sindaci italiani che riprendendo anche le parole del presidente della Repubblica invocano una modifica del decreto”.
Anzichè insultare i sindaci e provocarli – prosegue –, il governo e i suoi esponenti dovrebbero mettere da parte la loro arroganza e ascoltarli“. “Maggiore sicurezza – conclude – si ha solo con una maggiore integrazione“.

Il Pd continua a farsi male da solo” – è invece l’opinione del consigliere regionale della Lega Massimiliano Pompignoli secondo cui ai primi cittadini che minacciano la disobbedienza “non importa nulla del degrado o dell’insicurezza delle città, ma interessa molto contrastare con ogni mezzo, anche a costo di mandare in rovina il Paese, la legge sulla sicurezza e immigrazione, varata dall’attuale Governo e fortemente voluta dal ministro dell’Interno. L’unica norma che può davvero invertire la situazione di non ritorno in cui è precipitato il Paese”.
Pompignoli parla di “sparate ideologiche”, torna a denunciare il business dell’accoglienza, afferma che il 90% di chi sbarca in Italia “non fugge da alcuna guerra o persecuzione” e cita i 5 miliardi “per la pura accoglienza messi a bilancio nel 2018 dal governo Pd” e la denuncia della Corte dei Conti secondo cui “la spesa per gli immigrati è fuori controllo”.
Pompignoli spiega poi che il decreto sicurezza “non è retroattivo e quindi è una balla colossale che gli stranieri rimangano abbandonati a se stessi in strada. Le eventuali uscite dal sistema di accoglienza di stranieri con protezione umanitaria avverranno, come prima, alla consegna del permesso di soggiorno con cui l’immigrato può avviare il proprio percorso socio-lavorativo e si prevede il miglioramento del sistema SPRAR, stabilendo di garantire misure più efficaci per chi ha ottenuto lo status di rifugiato, oltre ad aumentare le tutele per i minori non accompagnati. Inoltre – conclude – attribuisce ai sindaci maggiori poteri e risorse per la sicurezza”.