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I numeri del bilancio riminese

Bilancio previsione: calano debito e pressione fiscale su immobili

In foto: l'assessore Brasini
l'assessore Brasini
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mer 12 dic 2018 14:27
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Dopo il via libera in commissione, giovedì il Bilancio di previsione 2019 – 2021 del comune di Rimini sarà portato all’esame del Consiglio comunale. Il documento deve essere approvato entro il 31 dicembre.
Un bilancio – evidenzia l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasiniche anche quest’anno comprende diversi punti di forza e aspetti virtuosi, a cui siamo giunti in un contesto estremamente difficile come quello nato all’indomani del 2008 quando è iniziata la crisi che ha modificato il modo di concepire i conti pubblici e la spending review imposta al nostro Paese è stata pagata principalmente dagli Enti Locali attraverso il taglio dei trasferimenti erariali che per il Comune di Rimini ed i riminesi ha significato ben 22 milioni di risorse in meno”. Per non parlare dei “tagli occulti ma dalla forte incidenza – prosegue l’assessore -, dall’esenzione dell’Imu sull’abitazione principale nel 2014, all’esenzione della Tasi per abitazione principale e agevolazioni IMU sui comodati, canoni concordati eccetera. Tutte misure che per il Comune di Rimini hanno significato ulteriori 5 milioni di euro, di cui uno riferito alle piattaforme Eni, a cui si sono aggiunti 4,4 milioni di euro in meno dovuti al mancato rimborso dal Ministero di Giustizia delle spese anticipate dal Comune, fino al 2015, per il funzionamento del Tribunale, modificando nel complesso l’intera composizione delle entrate correnti comunali”. Nel 2019 le entrate proprie del comune saranno il 90,92% del totale mentre nel 2008 erano il 71,49%.

L’amministrazione però non arretra” spiega però Brasini che poi mette in fila le priorità: presidio del welfare, della pubblica istruzione e della sicurezza; invarianza tariffaria dei servizi a domanda individuale; garanzia della qualità e quantità dei servizi resi; riduzione della spesa corrente; continua riduzione del debito; politica virtuosa degli investimenti; lotta all’evasione; attuazione di progetti volti ad incrementare la percentuale di riscossione delle entrate.
Complessivamente il 24% delle risorse di parte corrente vengono impegnate per lo sviluppo e tutela del territorio e dell’ambiente, il 15% per il sostegno dei diritti sociali e le politiche sociali e della famiglia, il 10% per il diritto allo studio, l’8 per i trasporti e diritto alla mobilità.

E poi l’elenco delle opere di maggiore impatto previste per il 2019.
Parco del Mare: Lungomare Sud – Interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Completamento Tratto 1 – Tratto 8 (4.716.000 euro); Completamento Centro Sportivo per il gioco del calcio nell’area Ghigi (3.418.262 euro); S.S. Adriatica – Costruzione rotatoria in prossimità stabilimento Valentini e collegamento via A. Moro (2.300.000 euro); Nuovo Museo Arte Contemporanea – 2° Lotto (2.200.000 euro); Cimiteri del Forese – Ampliamento Cimitero San Lorenzo in Correggiano (1.244.060 euro); Piano di interventi strutturali per la sicurezza degli edifici scolastici – Scuola Elementare Miramare (1.000.000 euro); Potenziamento e completamento degli itinerari ciclabili della Bicipolitana (876.999,44 euro); Nuovo asse stradale vie Coriano e Montescudo – 1° stralcio (845.000 euro); Manutenzione del patrimonio stradale (798.362,50 euro); Museo Fellini ex Cinema Fulgor (700.000 euro); Potenziamento della rete ciclopedonale in via Roma – via U. Bassi – via Settembrini (700.000 euro); Messa in sicurezza S.S. 16 – Sottopasso Fiabilandia (675.000 euro); Adeguamento funzionale della mobilità ciclabile lungo via Flaminia (644.800 euro); Realizzazione opere di urbanizzazione P.P. Tombanuova (576.000 euro).

Confermato anche il trend di discesa del debito: al 1° gennaio 2019 scenderà di ben 50.000.000 rispetto al 1° luglio 2011 (inizio dell’amministrazione Gnassi), quando era pari a 141.352.322 euro.

Buone notizie in tema di pressione fiscale specie sugli immobili. “Nel raffronto 2012 – 2018 – spiega Brasini – cala del 20% per la quota a favore del Comune di Rimini, del 17% per quella dello Stato per un totale complessivo di -19% passando dai 555 euro di pressione fiscale pro-capite ai 449 del 2018. Anche sull’Imu Rimini, col suo 1,04 dell’aliquota ordinaria e la non applicazione della Tasi, si caratterizza nel confronto con gli altri comuni di riferimento come Bologna, Riccione, Cesena, Reggio Emilia, Ravenna, tutti all’1,06 più la Tasi. Una scelta che ha portato ad una stima di minor gettito IMU derivante dalle agevolazioni riconosciute dal Comune di Rimini di ben 1.585.000, di cui quasi la metà a favore dei canoni concordati e 500.000 per i capannoni artigianali e industriali”. Confermata l’addizionale Irpef al minimo (0,3%) con l’esenzione per i redditi inferiori a 17.000 euro.

Per quanto riguarda infine la lotta all’evasione fiscale, i dato al 31 ottobre 2018 vedono rientrati nelle casse comunali quasi 2 milioni di IMU e tributi su immobili evasi e 3,4 milioni di euro di TARI.