Indietro
menu
Obbligo vaccini

Vaccinazioni, in Regione superato il 95%. Rimini cresce ma resta in coda

In foto: repertorio
repertorio
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 16 ott 2018 16:04 ~ ultimo agg. 17 ott 12:57
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

La Regione fa il punto sulle vaccinazioni. Al 30 giugno di quest’anno in Emilia-Romagna è stato raggiunto il muro del 95% di copertura per tutte le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge regionale (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B) per la frequenza al nido, e per quelle aggiunte dalla successiva normativa nazionale: pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite e rosolia. I dati si riferiscono ai bambini nati nel 2015. Nonostante un discreto recupero rispetto al 31 dicembre 2017, mediamente del 3% con punte del 7 per morbillo/parotite/rosolia, la provincia di Rimini resta fanalino di coda. Per le vaccinazioni rese obbligatorie dalla legge regionale, la copertura riminese passa in sei mesi dall’87 al 90%. Si ferma al 90,7% quella per la pertosse, all’89,4% quella per morbillo/parotite/rosolia e all’89,1 %quella per l’emofilo di tipo B. Tutte al di sotto del 95% capace, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, di garantire l’immunità di gregge. In Emilia Romagna si avvicinano molto alla soglia anche le vaccinazioni non obbligatorie, ma solo raccomandate: il meningococco C arriva al 94,1%, mentre in provincia di Rimini la percentuale si ferma all’86,8%, e lo pneumococco tocca il 93,4 rispetto all’87,1 riminese. Percentuali che, pur registrando comunque un’accelerazione nei primi sei mesi dell’anno, confermano la provincia di Rimini all’ultimo posto in Regione per copertura vaccinale.

Le tabelle

 

 

La voce “vecchie obbligatorie” corrisponde alle vaccinazioni, rese in forma aggregata, per cui è stato introdotto l’obbligo dalla legge regionale per la frequenza al nido (difterite, tetano, poliomielite ed epatite B). La vaccinazione contro la varicella è obbligatoria solo a partire dai nati nel 2017.

Il commento dell’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi.

“È indubbio che la legge con cui, a novembre 2016, rendemmo obbligatorie le vaccinazioni per l’iscrizione ai nidi abbia fatto da traino, questi dati lo dimostrano – ha sottolineato oggi, in conferenza stampa, l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. E il fatto che anche per i vaccini solo raccomandati ci sia stato su tutto il territorio un aumento così consistente, testimonia che nella stragrande maggioranza dei casi i genitori hanno capito il senso di questa ‘battaglia’, fatta per tutelare la salute pubblica, in particolare dei bambini, e di quelli più deboli. Nei giorni scorsi- ha proseguito- abbiamo visto mettere in dubbio la legge sull’obbligo vaccinale, così come l’utilità dell’immunità di gregge, il tutto in una prefazione che il presidente dell’Ordine dei medici di Bologna ha fatto a un libro, nella quale mette in dubbio anche l’esistenza di pericoli o la presenza di malattie diffuse, quando anche negli ospedali della nostra regione abbiamo avuto di recente ricoveri di bambini per pertosse, solo per fare un esempio, e in Europa abbiamo dati allarmanti sulle morti per morbillo e il maggior numero di decessi che si registra proprio in Italia, per fare un altro esempio concreto. Si tratta di un atteggiamento che arriva alla vigilia dell’avvio della campagna per le vaccinazioni antiinfluenzali, fondamentali per evitare conseguenze pericolosissime soprattutto per le persone anziane e con problemi di salute. Mi chiedo davvero dove voglia arrivare chi con tanta superficialità va contro l’evidenza scientifica, i dati e le linee guida delle massime autorità sanitarie italiane e internazionali. Per questo voglio ringraziare i tanti medici, ricercatori, scienziati e, appunto, i vertici delle autorità sanitarie nazionali, che hanno stigmatizzato questa presa di posizione”.

“Siamo soddisfatti- ha aggiunto Venturi- anche per un altro risultato, che non era scontato: l’anno scolastico è iniziato senza criticità. A parte pochi casi isolati, tutto ha funzionato proprio perché in Emilia-Romagna siamo partiti con netto anticipo rispetto alle altre regioni, abbiamo avuto modo di spiegare e di sensibilizzare, anche grazie al grande sforzo messo in campo dalla nostra struttura e dalle Aziende sanitarie, per il quale, davvero, ringrazio tutti coloro che vi lavorano e che stanno dando un contributo fondamentale in termini di impegno e professionalità. Quindi, si conferma da tutti i punti di vista la validità e l’operatività della nostra legge regionale, che abbiamo applicato e continueremo ad applicare con le procedure adottate fino a questo momento. La proroga di un anno stabilita dal Governo e, nel frattempo, il possibile ricorso all’autodichiarazione- ha concluso l’assessore- è stata fatta per mettere in moto e dare tempo di adeguarsi alle Regioni che non erano pronte e attrezzate, ma non è il nostro caso: in Emilia-Romagna non c’era bisogno di proroghe, i numeri e l’avvio dell’anno scolastico lo stanno dimostrando”